Quella vista ieri sera contro il Lecce è già una rivoluzione da parte di Stefano Pioli. Mentale, sicuro, ma anche tattica. Secondo La Gazzetta dello Sport, c’è voluta una buona mezzora per capire come fosse messo in campo il Milan. Lo stesso Lecce ha perso la testa e le misure, soprattutto sulla sua destra dove Meccariello era in balia dello tsunami Leao-Hernandez.
Una cosa è sicura: dopo tanto parlare di fallimento del trequartista di Giampaolo, e di 4-3-3 da recuperare, si vede tutt’altro. Un classico, modernissimo, “WM”: il 3-2-2-3 che sta applicando Mancini, che s’è visto nell’Under 21 di Nicolato e che ha sempre più estimatori tra i tecnici. Con l’idea di avere cinque uomini davanti. Puoi farlo se uno dei due esterni sa trasformarsi in attaccante vero e Pioli questo esterno ce l’ha: Hernandez, fatta la “tara” alla difesa del Lecce, è stato devastante a sinistra, lasciando a Conti il compito di terzo centrale. Con Biglia e Kessie davanti alla difesa, la chiave è la coppia di trequartisti: non tanto Paquetà, poi sostituito, ma Calhanoglu che ha toccato
palloni in tutte le zone del campo. Un gol, un palo, l’azione del secondo gol, i tiri più pericolosi: la faccia bella del Milan è la sua.