Rivoluzione, atto secondo. L’addio di Marco Giampaolo alla panchina del Milan ed il contemporaneo sbarco a Milanello di Stefano Pioli, aprono un nuovo (ennesimo) ciclo in casa rossonera. Un ciclo che, si spera, possa portare il club meneghino fuori dalle torbide acque della mediocrità vista nelle prime 7 giornate di questa Serie A.
Colpe su (quasi) uno solo
Alla ripresa, però, si dovrà vedere un Milan totalmente diverso. Ci sarà un nuovo tecnico, come detto, ma – almeno sino a gennaio – gli stessi giocatori. Anche da loro ci si attende una reazione, specialmente da quelle individualità che, in maniera evidente, avevano trovato difficoltà, tattiche e non solo, con Giampaolo.
Piatek e fratelli
In primis, c’è Kryzsztof Piatek. L’attaccante polacco non ha ancora mai segnato su azione in questa stagione, limitandosi a due centri su rigore contro Verona e Torino. Il rapporto con l’ormai ex allenatore non è mai decollato e, anche a livello mediatico, questo era evidente. L’ex Genoa, adesso, non avrà però più alcun tipo di giustificazione: serve tornare ad essere decisivo ed incisivo. Serve tornare a fare gol.
Non solo, però, il numero 9 avrà gli occhi di tifosi e dirigenza addosso. Anche Lucas Paquetà dovrà cambiare registro, per citare un’altro che, di Giampaolo, era tutt’altro che pupillo. Le questioni sulla “brasilianità“, almeno con Pioli, sembrano non essere un problema ed, anche dal 39, ci si attende un ritorno agli standard della scorsa metà di stagione.
Reazione. Da tutti
In sostanza, per Piatek e Paquetà, due delle individualità su cui il Milan (ed Elliot) contano di più, non ci sarà possibilità di ulteriori passi falsi. È cambiato il tecnico. Adesso, per loro, e non solo, dovrà cambiare il rendimento in campo. Anche perchè, probabilmente, gli alibi sono finiti. E gennaio si avvicina…