Certezze. Il Milan deve inevitabilmente ripartire da questo concetto per risalire la china. La caduta nel baratro della mediocrità degli ultimi anni, infatti, è dovuta alla mancanza di certezze dal punto di vista tecnico, manageriale e dirigenziale. Gli esperimenti rossoneri, i repentini cambi dell’organigramma societario oltre che a stravolgimenti a livello di rosa hanno minato le certezze su cui il Milan ha basato i suoi successi e la storia. Il calcio tuttavia, si sa, vive di cambiamenti. Quest’ultimi però devono essere oculati e ragionati. Solitamente è consigliato cambiare gradualmente e non repentinamente, cercando di dare inizio al processo di sostituzione di giocatori e allenatore a seguito di una strategia e in maniera cauta.
Negli ultimi anni, invece, il Milan ha cambiato tanto e con poca consapevolezza. Prendiamo, per esempio, la questione allenatore di pubblica attualità. Quest’estate la dirigenza rossonera ha deciso di rivoluzionare la propria guida tecnica passando dal coriaceo Gattuso al filosofeggiante Giampaolo. Oltre ad un radicale cambio di mentalità, il Milan ha deciso di seguire la filosofia della gioventù non integrando giocatori di esperienza ad una squadra che già la stagione precedente aveva evidenziato grossi limiti di maturità. Questa rivoluzione, in particolare, è stata figlia di un’esigenza di ritrovare il bello quando il Milan aveva bisogno di concretezza. La bomba di negatività tarda ad esplodere e, in questo senso, dopo un’estate tutto sommato positiva il Milan ha prodotto 4 sconfitte nelle prime 6 partite di campionato.
Sulla graticola, come è inevitabile che sia, vi è finito uno dei predicatori di questo cambiamento: Marco Giampaolo. Universalmente riconosciuto colpevole, l’ex tecnico Doriano sta pagando le grandi pressioni di un ambiente che ha finito la pazienza. Tre sconfitte nelle ultime tre partite incominciano a pesare sulla stabilità della panchina rossonera e, in questo senso, si stanno cominciando a valutare delle alternative. Tra i nomi usciti in questi giorni vi sono rivali, vecchie conoscenze del calcio italiano e vecchie conoscenze del mondo Milan. Spalletti, Allegri, Shevchenko, Gattuso e Garcia: sarebbero questi i 5 nomi per il dopo Giampaolo. Una serie di possibilità percorribili e meno percorribili dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista tecnico-tattico.
Parlavamo di certezze come preambolo di questa riflessione e, in questo senso, dalla rosa di sei nomi si possono cominciare ad escludere o a valutare più da vicino alcuni nomi. Se Allegri teoricamente si potrebbe escludere per ragioni economiche e di immediate ambizioni, chi potrebbe dare garanzie di rinascita ad un Milan alla ricerca di riscatto sarebbero Spalletti e Gattuso. L’ex allenatore dell’Inter, infatti, è abituato a lavorare in ambienti di grandi pressioni (Roma e la stessa Inter) e ha sempre portato a buoni risultati le proprie squadre. L’ex recente tecnico rossonero, invece, conosce i giocatori e l’ambiente e potrebbe caratterialmente dare una scossa ad una squadra che conosce molto bene. I limiti a questi due? Per Spalletti il contratto in essere fino al 2021 con l’Inter, un ostacolo reale e duro da superare mentre per Gattuso una recente e dolorosa separazione che in caso di chiamata saprebbe di passo indietro.
Restano, quindi, i nomi di Shevchenko e Garcia. Oltre a non scambiare l’ambiente, l’ex stella rossonera e l’ex tecnico giallorosso risponderebbero proprio al concetto che il Milan sta cercando di evitare: quello di scommessa. L’ucraino, infatti, c.t della nazionale Ucraina è ancora un allenatore in erba che deve crescere tranquillamente e per tempo. Garcia, invece, seppur allenatore esperto ha mostrato nei suoi anni giallorossi evidenti limiti nel reagire a forti pressioni e diversi momenti di debacle durante la stagione. In questo senso, quindi, il Milan dovrebbe tendenzialmente escludere questi due nomi e cercare di puntare sui portatori di garanzie. Per ora, chiaramente, questi nomi restano ipotesi ma in caso di cambio di guida tecnica il Milan deve tenere in mente un motto chiaro e preciso: no alle scommesse, sì alle certezze.