Marco Giampaolo, Aurelio Andreazzoli. Momenti delicatissimi, destini incrociati e una partita da avversari che per loro vale già un’intera stagione. Genoa-Milan, che andrà in scena tra poco meno di tre ore al Ferraris di Genova, arriva alla settima di campionato, ma ha il sapore dell’ultima spiaggia per i due tecnici che non possono più sbagliare se vogliono continuare la loro avventura nelle rispettive squadre. Stesso discorso vale per le due compagini che si trovano in una posizione di classifica parecchio deludente e, chi per un motivo chi per l’altro, si aspettavano di certo un altro andamento in questo inizio di stagione. In settimana, in casa Milan, sono circolate tantissime voci sul futuro di Giampaolo. Dalla presunta volontà di Boban di far terminare già dopo la disastrosa partita contro la Fiorentina l’avventura del tecnico abruzzese sulla panchina rossonera, al veto di Maldini che continua a sostenerlo e a difenderlo, fino ad arrivare ai presunti, anche se non verificati, contatti con Spalletti e Gattuso. Di certo c’è che il Milan oggi non può assolutamente permettersi di non vincere, o peggio ancora di perdere, e in caso contrario sarebbe davvero impossibile per Maldini continuare ad opporsi all’esonero.
La situazione del Milan è davvero incredibile e inaspettata. Si, perché anche i più pessimisti o i meno fiduciosi sul reale valore della squadra, sull’impatto della campagna di rafforzamenti estiva e sulle capacità dell’allenatore ex Samp, difficilmente si sarebbero aspettati un Diavolo così in crisi dopo 6 partite. Quattro sconfitte, solo due vittorie, appena quattro gol fatti, di cui due su rigore, un solo punto di vantaggio dalla zona retrocessione, Inter capolista già a più dodici, ma soprattutto una mancanza di identità e di gioco a dir poco raccapricciante. Tolta la prima ora di gioco a Torino, infatti, il Milan non ha mai dato l’impressione di avere un’idea di come stare in campo, di come proporre calcio, né tantomeno di come far male agli avversari. Gioco lento, prevedibile e macchinoso, calciatori in una fase di involuzione allarmante, ma soprattutto poca voglia, grinta e convinzione, elementi questi ultimi che non devono e non possono mai mancare, soprattutto quando in campo di qualità se ne vede poca. Per queste ragioni, non certo poche e insignificanti, l’avventura di Giampaolo al Milan è già ad un bivio e stasera si gioca tutto.
Ma come Giampaolo intende giocarsi le sue ultime chances di permanenza in rossonero? Ci sono ancora alcuni dubbi sulla formazione che scenderà in campo in quel di Genova, ma il tecnico rossonero sembra intenzionato ancora una volta a dar fiducia al tanto discusso Suso, suo fedelissimo che ha cominciato la stagione malissimo e di certo non ha mai dimostrato di meritare così tanta stima e fiducia da parte dell’allenatore. Questa sera Giampaolo chiederà ancora allo spagnolo, che intanto ha perso anche la Nazionale, di togliergli le castagne dal fuoco. Stesso discorso vale per Piatek che insieme a Leao, e proprio a Suso, formerà il tridente d’attacco. Il polacco, così come Suso, è stato uno dei più deludenti fin qui e sembra aver perso il fiuto del gol, ma stasera avrà ancora la possibilità di mettersi in luce, con il neo acquisto Rebic relegato ancora una volta in panchina e finora utilizzato davvero pochissimo e mai dall’inizio. In cabina di regia dovrebbe toccare di nuovo a Lucas Biglia, altro fedelissimo di Giampaolo che ha ancora il dubbio su chi schierare tra Lucas Paquetà e Hakan Calhanoglu. Il turco è stato disastroso nelle ultime due apparizioni e ha sulla coscienza i due primi gol subiti dalla Fiorentina ed il momentaneo pareggio di Belotti a Torino, ma se scenderà ancora una volta in campo vorrà dire che Giampaolo andrà fino in fondo e morirà (calcisticamente parlando) definitivamente o riemergerà dal baratro tenendo fede alle sue convinzioni e alle sue idee.