Maldini e Boban, Boban e Maldini. A momenti come il Gatto e la Volpe. Deus ex machina del Milan di Elliot (Gazidis?), del Milan costretto a subire – e mai scelta di verbo fu più azzeccata – i paletti del FFP. Factotums di un club, quello rossonero, attraversato da venti di cambiamento e voglia di ritornare, quantomeno, ai fasti(cini, perchè ci accontenteremmo anche di qualcosa in tono minore) di un tempo.
Coppia di fatto
La promozione di uno, Paolo, ha fatto da apripista all’arrivo dell’altro, Zvonimir. Accompagnati da uno dei DS (Massara) meno appariscenti della storia rossonera (vero Mirabelli?), il duo ha dato il via ad un mercato fatto di speranze (tante e belle) e zero big. Trattenendo, sostanzialmente, tutti i senatori, ma senza riuscire a dare a San Siro un nome che aizzasse una tifoseria che, comunque, ha risposto presente.
A rotoli
La morale della favola? Un avvio di campionato che definire disastroso farebbe impallidire anche il più spinto degli ottimisti. 4 ko in 6 gare, un tecnico che, nei fatti, ha già diviso Maldini e Boban. Il secondo lo avrebbe esonerato dopo l’osceno spettacolo di San Siro domenica sera, il primo ha messo in gioco i gradi più alti posseduti e ha confermato Giampaolo, regalandogli almeno un’altra panchina del Milan.
Evidenti evidenze
Le voci di corridoio, dunque, parlano di una spaccatura fra Maldini – diciamolo, non da incorniciare i suoi primi 14 mesi da dirigente dopo 9 anni di digiuno – e Boban. O, quantomeno, un’ennesima differenza di vedute, che fanno mucchio con quelle, ben celate, inerenti le scelte sul mercato estivo.
Come finisce?
Tutti questi spifferi, mutevoli e crescenti, fanno pensare che, forse, l’idillio fra i due non sia proprio tale, o almeno saldo come qualche settimana or sono. Ed, in un contesto tanto precario come quello attuale del Milan, questo potrebbe tramutarsi in un problema davvero troppo grosso da ignorare.
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