Coi numeri non c’è da star sereni. Dal 2014 ad oggi il Milan ha accumulato perdite per 560 milioni di euro. Una curva in picchiata, inesorabile. Ai tifosi interessa poco. Tutti vogliono vincere. E rapidamente. Oggi la metafora del tifo è tutta nella dialettica tra Ivan Gazidis e Paolo Maldini. Da una parte la razionalità e l’esigenza di far tornare i conti, dall’altra la passione per i colori rossoneri e la consapevolezza che non si può aspettare ancora troppo per tornare in alto.
I due – va detto e sottolineato – non hanno parlato lingue diverse. Sia Gazidis che Maldini hanno mostrato negli ultimi giorni piena consapevolezza dei problemi e dell’esigenza di svoltare sul piano sportivo. Ma l’impressione è che se uno appare più impaziente (Maldini), l’altro mostra il lato più manageriale mettendo sempre in cima agli obiettivi l’evidente necessità di tornare ad avere un bilancio sano. In mezzo ci sono frecciate, ovviamente, come il promemoria dell’amministratore delegato sui soldi spesi in tre sessioni di mercato gestite da Elliott: 157 milioni di euro tra estate 2018, gennaio 2019 ed estate 2019. Non proprio investimenti da squadra di bassa classifica. Qui semmai c’è da domandarsi sul come siano stati spesi questi soldi.
Nell’estate 2018 sono arrivati Higuain (partito dopo nemmeno sei mesi), Caldara (sempre ai box), Castillejo (evanescente e sparito progressivamente dai radar), Laxalt (in prestito al Torino), Bakayoko (tornato al Chelsea). Nel gennaio 2019 ecco Piatek (sfavillante per un paio di mesi e poi progressivamente sbiadito per finire addirittura ora in panchina), Paquetà (talento ancora non pienamente espresso). La scorsa estate hanno fatto il loro ingresso in rosa Theo Hernandez (fin qui la nota più positiva di questi primi due mesi di stagione), Leao (potenziale elevato), Krunic (non pervenuto), Bennacer (comparsa), Rebic (non pervenuto), Duarte (comparsa). Se prendiamo la formazione schierata dal primo minuto a Roma domenica scorsa ci sono solo tre acquisti di Elliott (Theo, Leao e Paquetà) nell’undici titolare. Alcuni giocatori sono francamente ingiudicabili, visto il ridotto minutaggio. Fatta salva l’intelligenza degli allenatori che vedono quotidianamente al lavoro i giocatori a diposizione, viene da domandarsi: 157 milioni sono stati spesi bene?
This post was last modified on 29 Ottobre 2019 - 20:44