Come ogni anno, l’inizio di settembre vuole dire una cosa sola: sosta di campionato per le Nazionali. Giocatori che rimangono a Milano ad allenarsi, giocatori sparsi in giro per il mondo a giocare per il proprio Paese, rischio infortuni ecc. Una cosa però è certa. Queste pause, in molti casi, fanno più che bene per il proseguo della stagione. Serve ai giocatori che rimangono a casa per allenarsi e migliorare la propria condizione fisica. Serve ai giocatori chiamati in Nazionale per mettere minuti nelle gambe. Ma soprattutto serve agli allenatori, che hanno la possibilità di uscire dalla frenesia del campionato per riflettere sulle proprie idee di gioco e su come attuarle con i giocatori a disposizione.
I NAZIONALI – Sono 12 i rossoneri partiti per giocare con le proprie Nazionali: Donnarumma, Romagnoli, Paquetà, Bennacer, Krunic, Rebic, Kessie, Calhanoglu, Suso, Rodriguez, Leao e Gabbia. Bene Donnarumma e Romagnoli, che hanno giocato l’intera partita vinta dagli Azzurri contro l’Armenia. Ottima prestazione anche del neo acquisto Rebic, che con la sua Croazia ha vinto servendo un assist per l’ex interista Perisic. Pochi minuti giocati da Paquetà con la Seleçao, entrato solo al minuto 83′ al posto di Roberto Firmino. Vittoria anche per la Bosnia di Krunic, che pur non avendo ancora fatto il suo esordio in rossonero, ha giocato tutti i 90 minuti con la sua Nazionale. Infine, da segnalare i 0 minuti in campo di Suso con la Spagna e, purtroppo, l’ennesima prestazione incolore di Piatek, sconfitto per 2-0 con la sua Polonia.
CHI È RIMASTO – Tra i giocatori rimasti durante la sosta per le Nazionali, sono 2 quelli da segnalare: Jack Bonaventura e Leo Duarte. Per quanto riguarda Bonaventura, il classe ’89 è ancora alla ricerca della condizione perfetta per poter dare il proprio contributo in campo. La voglia di far bene è tanta, e Marco Giampaolo apprezza molto la duttilità di giocatori come il numero 5 rossonero. Difficile pensare di vederlo da titolare per il prossimo match contro l’Hellas Verona, ancora di più per il Derby con l’Inter. Non viene da pensare che venga buttato in mezzo alla mischia con 0 minuti nelle gambe. Per Leo Duarte è un discorso più complesso. Il difensore brasiliano arriva da un tipo di calcio completamente diverso. Serve tanto lavoro da solo e con i compagni, per riuscire ad entrare nei meccanismi delle difese italiane, tutt’altra cosa rispetto a quelle brasiliane. E in più c’è da dire che davanti ha due difensori come Romagnoli e Musacchio, che sembrano ben lontani da perdere il posto da titolare. Sicuramente il lavoro che sta svolgendo a Milanello lo porterà, se non nell’immediato, ad una condizione fisica e mentale sufficiente per poter essere schierato a fianco del capitano rossonero in futuro.