Rossoneri convincenti ma non vincenti. Cosa manca alla squadra di Giampaolo?

I PRECEDENTI – Alla vigilia della sfida numero sei di campionato i punti di domanda per Marco Giampaolo non possono dirsi certamente pochi. La stagione non è iniziata sicuramente nel verso giusto e le tre sconfitte in cinque partite lo confermano. Ma mentre nelle prime tre uscite le difficoltà erano legate soprattutto alla fluidità di gioco, questa volta il grattacapo è un altro. Il Milan convince, ma non vince. Analizzando l’ultima uscita in casa del Torino, i rossoneri hanno tenuto il pallino del gioco per oltre un’ora tenendosi stretto il vantaggio di Piatek. Poi è avvenuto del paradossale. Un black-out di 5 minuti è stato sufficiente per ribaltare l’ottima prestazione fatta fino a quel momento, costringendo la banda Giampaolo all’inseguimento, almeno, del pareggio. Analoga è stata la situazione nella prima frazione del derby. Dopo un inizio da dimenticare, la qualità di gioco è uscita, senza però arrivare a concretizzare il gol. Allo stesso modo, dopo l’1 a 0 di Piatek la squadra non è riuscita ad affossare il Torino segnando il doppio vantaggio, che avrebbe permesso almeno una maggiore tranquillità. Poi puntualmente è entrata in gioco la legge del calcio: gol sbagliato, gol subito. Col Torino come al derby, un Milan sprecone si vede buttare a terra nel secondo tempo dopo una prestazione tuttavia sufficiente.

SERVE DUNQUE.. – Ecco perciò cosa manca ancora alla squadra di Giampaolo: lucidità e maggior carattere. Sotto porta soprattutto, per fare in modo di chiudere le partite senza correre rischi. Il Milan è tra le squadre che concretizza meno in campionato, 3 gol in 5 partite, peggio solo l’Udinese. E generalmente, due realizzazioni su tre dagli 11 metri, con un solo goal su azione. Lucidità nel saper condurre la gara per 90 minuti e non per poco più di un’ora, evitando disattenzioni in fase di uscita e di costruzione. Contro Inter e Torino è mancata la freddezza negli ultimi metri. Suso non è stato in grado di scaricare un pallone semplice per Leao così come Piatek non è stato sufficientemente freddo da spedire in porta un pallone facile facile consegnatogli da Romagnoli. Risultato: gol subito e perdita di entusiasmo. In questo campionato i rossoneri dopo aver subito un gol non sono mai stati in grado di reagire rispondendo con la stessa moneta. Segno che il fattore rete subita incide molto ma che allo stesso tempo la rabbia non viene tramutata in cattiveria agonistica, necessaria per avere una reazione di carattere. Paradossalmente il Milan di Gattuso vinceva ma non convinceva, la squadra di Giampaolo d’altro canto sviluppa un buon gioco ma non incide. Al tecnico abruzzese però non è più ammesso sbagliare, il tempo degli esperimenti è finito e la priorità è la classifica, che dopo 5 giornate vede già i rossoneri a -9 dalla vetta.

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