L’ex direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli ha parlato ai microfoni di Telelombardia: “In Italia abbiamo la fortuna di avere allenatori veramente bravi. Io ritengo Giampaolo uno dei migliori, credo sia valido. Secondo me, però, il problema nasce dal fatto che, quando è stato ingaggiato Giampaolo, bisognasse conoscere il calcio che lui predilige. Al Milan c’è un piccolo problema. Oggi la squadra può fare il 4-3-3, mentre Giampaolo ha sempre giocato per fare il 4-3-1-2. Qualcuno può dire che si tratta solo di numeri, ma non è così. I giocatori devono essere messi nelle condizioni per fare bene. Suso fa solo l’esterno destro e non può agire da trequartista. Il problema è questo. Giampaolo è veramente bravo, ma è come se a Valentino Rossi dessimo la Ferrari e ci aspettassimo i risultati avuti con la moto. Magari saprà guidare quell’auto, ma non vedremo mai grandi risultati. Il mercato? Non voglio entrare nel merito, sono stati investiti tanti soldi. Forse non è stato fatto un mercato in grado di soddisfare le richieste dell’allenatore, che è bravissimo e che fa sempre giocare le sue squadre con un 4-3-1-2. E’ evidente la difficoltà di tutti a esprimersi al meglio. Non è possibile che il Milan si trovi in zona retrocessione. Per me sta facendo delle forzature. Lui è adatto per il 4-3-1-2. Si trova costretto a fare il 4-3-3 perché non ha gli interpreti. Giampaolo è tra i più bravi allenatori italiani. Se lui è costretto a fare il 4-3-3, i risultati non arriveranno, ma questo non significa che non sia bravo. Sarri, al Napoli, all’inizio, ebbe i problemi di Giampaolo. Poi fu fortunato e cambiò bene. Sicuramente, Giampaolo non ha la squadra adatta alla sua idea di gioco“.
Su Gattuso: “Non so perché a maggio se ne sia andato. Forse ha pagato il fatto che l’abbia scelto io. Mi ricordo tanti commenti quando presi Gattuso, ci vuole coraggio, lui fece bene. Bisogna porsi problemi, nella vita. Bisogna avere il piano A, ma anche il piano B, visto che può sempre succedere l’imponderabile. Quando esonerammo Montella, la nostra preoccupazione era legata anche alla condizione fisica della squadra, non solo ai risultati. Forse Montella avrà comunque avuto benefici. Non trovo corretto dare consigli. Per me, il Milan, per tornare a essere il Milan, deve smetterla di vivere di ricordi e pensare al presente. Nei miei undici mesi, si parlava di bandiere. La Juve vince, ma non vedo bandiere. Vedo grandi professionisti. Il Milan ha vinto tantissimo, ma, per mettersi in corsa con le altre, deve guardare al presente e alle cose concrete. Non bisogna scegliere dirigenti solo perché questi ultimi abbiano vestito la maglia rossonera”.
This post was last modified on 30 Settembre 2019 - 22:50