E’ il 1970 quando George Harrison, storico membro della mitologica band dei Beatles, compone ed incide “All things must pass”, hit senza tempo e manifesto di un forte desiderio di riscatto. E’ il 20 Settembre 2018 quando Mattia Caldara entra nel deprimente tunnel degli infortuni di lungo corso. Ne esce per un attimo il 24 Aprile 2019 contro la Lazio ma come in un’illusione è subito riavvolto dalle tenebre del dolore in cui è imprigionato tutt’ora. Una canzone il cui ritornello recita che “tutto passa” può sembrare quasi uno scherno per un ragazzo che da più di un anno non ha la possibilità di dimostrare il suo valore. Perchè bisognerebbe ascoltare una vecchia melodia che recita “Tutte le cose devono andare avanti
nulla può durare tra le corde della vita. Così devo percorrere la mia strada e affrontare un altro giorno“? Che cosa ne sa George Harrison del tremendo baratro degli infortuni? Le domande sorgono spontanee per un ragazzo che in pochi mesi ha subito due batoste fisiche e morali così pesanti.
L’idilliaco mondo del calcio è fatto di sfide ed ostacoli duri da superare. Gli infortuni, in questo senso, sono tra le barriere più ardue da sconfiggere. Oltre ad una componente fisica, infatti, i problemi fisici destabilizzano il calciatore anche a livello caratteriale, se ripetuti. Gettare la spugna sembra la prospettiva più semplice a fronte di mesi di riabilitazioni e tribune che suonano come una sorta di tortura fisica e morale. Il richiamo del campo e l’idea di sentirsi protagonisti, tuttavia, fungono da angioletto sulla spalla destra che invita a non mollare. Il fantastico gusto del riscatto, infatti, è impareggiabile a qualsiasi altra emozione. Raggiungere questo obbiettivo e coltivare questo sogno è, senza ombra di dubbio, una sfida difficile che va affrontata con una grande forza morale. Mattia Caldara, in questo senso, ne è un esempio.
Nonostante le due batoste gli siano costate, senza dubbio, lacrime e sudore, ha affrontato giorno dopo giorno la strada verso il recupero. Senza magari conoscerla o senza capirla, Mattia ha quindi seguito la melodia di Harrison che ricorda come tutto passi, anche i giorni più negativi che vanno affrontati con positività verso il futuro. il rientro del centrale si avvicina: ad Ottobre, infatti, Mattia dovrebbe ritornare a pieno regime in gruppo. Il suo recupero, oltre che dal punto di vista tecnico-tattico, sarà importante per tutto il gruppo e per la società. In una miriade di investimenti sbagliati della scorsa estate (vedi Castillejo, Higuain o Laxalt), Caldara potrebbe rappresentare l’unica perla di mercato di una sessione deludente. Il sogno e la prospettiva di comporre una difesa giovane e per 3/4 italiana, infatti, non è accantonato e già in questa stagione deve essere percorso.
La coppia Caldara-Romagnoli non dovrà restare soltanto una vaga illusione ma una solida realtà da cui ripartire per la stagione della rinascita rossonera. Un riscatto che è arrivato anche per Mattia per dimostrare che, come canta George Harrison, “tutte le cose” negative passano, che “domani è un altro giorno e che l’etichetta di fenomeno all’Atalanta non si è persa ma è stata solo sbiadita momentaneamente dalla sfortuna.
This post was last modified on 11 Settembre 2019 - 17:11