ARIA DIVERSA – L’arrivo di Giampaolo ha segnato un evidente cambiamento nelle filosofie di gioco del Milan. Modulo, schemi e tattiche sono molto diversi rispetto al predecessore Gattuso e questo ha, per forza di cose, costretto alcuni giocatori ad adattarsi a ruoli talvolta inusuali. Alcune volte, come il caso di Mandzukic con Allegri, la sperimentazione funziona, ma in molte altre occasioni si finisce con “snaturare” i propri giocatori, come ha detto lo stesso Giampaolo. Molti calciatori sono propensi a creare gioco solo in una determinata posizione ed è difficile che possano offrire lo stesso rendimento in altre zone nel campo. In altri casi la duttilità c’è, deve essere l’allenatore abile a intuire il ruolo adatto. Questo si traduce poi in un grande vantaggio per l’allenatore che in qualsiasi momento può decidere di variare modulo ed interpreti a seconda, ad esempio, dell’avversario oppure delle necessità di un determinato risultato in campo. Il calciomercato estivo si è basato soprattutto su questo. Un calciatore di tale caratteristiche era stato individuato in Correa, motivo per cui la telenovela è durata molte settimane. Sfumato il gioiello dei Colchoneros, nell’ultima giornata di mercato il Milan ha preso Rebic, un profilo in grado di agire sia da seconda punta che da esterno.
4-3-3 o 4-3-1-2? – Con l’acquisto in extremis del croato, i rossoneri si sono portati a casa un bel vantaggio dal punto di vista qualitativo e di modulo. Il 4-3-1-2 di Giampaolo ora ha un innesto molto importante anche se non di totale protagonismo. Infatti come punta si sarebbe potuto inserire direttamente il recente acquisto Leao per il quale si è spesa una cifra notevole, senza bisogno di acquistare Rebic. In aggiunta, il modulo tanto caro all’allenatore non ha un trequartista di ruolo ma bensì un adattamento di un esterno alto, senza contare che la presenza di due punte non ha avvantaggiato sicuramente le prestazioni di Piatek. Ed è qui che entra in gioco il vantaggio del croato, che permette al Milan di poter inserire un profilo di qualità nel 4-3-3 in ala sinistra. Rebic andrebbe a sostituire Calhanoglu, che nell’ultima stagione non ha particolarmente brillato in quella posizione. In realtà il beneficio è ben più grande. A partita in corso, ipotizzando un 4-3-1-2 con Suso alle spalle di Piatek e Rebic, si può comodamente passare ad un 4-3-3 con il croato e Jesus esterni d’attacco ed il bomber polacco prima punta. Una possibilità da non sottovalutare considerando che l’alternatività di modulo può rivelarsi una chiave di vittoria. In difesa di un vantaggio il 4-3-1-2 fornisce più compattezza e copertura con un centrocampo che con il trequartista può facilmente diventare a rombo. In una situazione di ricerca di un pareggio o vittoria invece il 4-3-3 è più fantasioso grazie alla possibilità di tante triangolazioni tra i tre attaccanti e agli inserimenti delle mezzale.
This post was last modified on 8 Settembre 2019 - 14:50