Il Milan ha scelto una direzione lineare: una rosa di giovani, Under 25. L’ipotetica squadra titolare dei rossoneri, infatti, sarebbe la più giovane della Serie A. Un dato che guarda al futuro, dove ci sarà spazio per i nuovi acquisti, per l’esplosione dei giovani e la conferma delle promesse. La strada, guardandola dal basso, è indubbiamente in salita e per questo il Milan dovrà munirsi di una dose sufficiente di pazienza, preparazione al fallimento e rapidità nel ritrovare nell’immediato la retta via. Anche quando la bussola indicherà il sud invece del nord.
Analizzando la lista dei giovani giocatori a disposizione di mister Giampaolo, ci si accorge con facilità della mancanza di un pilastro. Un leader. Al Milan manca un veterano, un maestro per i più giovani, un insegnante per i nuovi, una figura ingombrante e di spessore. Il Milan ha scelto quest’opzione: undici leader come fosse uno. L’idea base resta quella di responsabilizzare ogni giocatore, puntare sulla crescita individuale in piena libertà, senza vincoli o esempi da seguire. Ognuno dovrà mettere in primo piano le proprie abilità, nascondendo i difetti, mostrandosi leader di se stessi e quindi anche della squadra, indirettamente ma con consapevolezza. Una scelta ambiziosa che lascia spazio a margini di crescita, in uno studio attento e vigili di profili che potrebbero esplodere e tornare utili alla causa.
Un leader, un nome alla Lukaku per intenderci, fa sempre comodo. Per l’ambiente, l’aspirazione e desideri ambiziosi che un grande Club deve conseguire. Il Milan ha complicato i piani, per scelta. Forse più per necessità, i rossoneri partiranno dal basso, costruendo con attenzione le fondamenta per il futuro. Quando l’unione fa la forza, undici baby-leader ne fanno uno.
I NOMI IN CASA MILAN – Come in ogni spogliatoio, ci sono nomi che pesano più di altri. In casa Milan, i tre punti fissi rispondono ai nomi di Romagnoli, Bonaventura e Paquetà. Il primo è il capitano, alla guida della squadra, la giovane età condita ad una leadership tecnica, attaccamento ai colori ed un esempio indiscusso di sacrificio e professionalità. Stesso dicasi per Paquetà, al centro del progetto a breve e lungo termine del Milan per caratteristiche tecniche, oltre che portatore sano di bel calcio e qualità. Un leader sul rettangolo verde, di quelli che parlano poco e dimostrano tanto a suon di giocate e momenti di gran calcio. Bonaventura finisce nella lista senza incoronazione e ci finisce d’obbligo. Carismatico, poche parole ma sempre quelle giuste, esempio di sacrificio, ordine, educazione e raffinatezza. In attesa delle promesse, senza un leader di spessore, tra i baby pilastri, il Milan guarda al futuro.
This post was last modified on 16 Agosto 2019 - 12:07