Parabèns Lucas! Ma ora accendi il Milan

L’indomani della prima giornata di campionato che restituisce un Milan anni luce lontano dall’Inter di Conte è duro da digerire e lascia poche speranze per il proseguo della stagione. Una delle luci rossonere è rappresentata da Lucas Paquetá che spegne oggi 22 candeline. Ma il regalo glielo chiedono i milanisti: di accendere un Milan a pezzi. La stessa età alla quale il suo precedessore Kakà è giunto al Milan. Il tempo è il suo primo alleato, ma può tramutarsi nel suo peggior nemico se Lucas non sarà in grado di reggere alla pressione che si è creata attorno a lui. Il brasiliano, sul quale il Milan ha investito la bellezza di 35 milioni di euro, è chiamato alla stagione della verità: consacrazione o flop. Con il vantaggio, stavolta, non indifferente di partire dall’inizio l’avventura in rossonero.

L’ENIGMA TATTICO – La stagione non è iniziata nel migliore dei modi. Dopo la vittoria della Copa America (con un pizzo di amara delusione), dove Lucas è comparso più sulle foto celebrative che in campo e chiunque si sarebbe aspettato un minutaggio diverso, è arrivata la scoppola di Udine a riportare il Milan alla cruda e nuda realtà. Del gioco e della vocazione offensiva ancora nessuna traccia. Paquetà, non ancora al 100%, che è partito dall’inizio a causa dello scivolamento del Calha in cabina di regia, si è fatto notare più per la ormai consueta dedizione difensiva. Notevole il ripiegamento all’indietro con cui ha evitato il vantaggio di Mandragora al 43’. Peccato che i milanisti vorrebbe esaltarsi per sue giocate col pallone tra i piedi, nell’altra metà di campo. Davanti, il brasiliano ha concesso un solo squillo sfiorando la rete con un tiro da fuori, troppo poco per uno come lui. E qui si apre il dilemma tattico. Più generoso, che creativo. Si diceva che con Giampaolo avremmo visto un nuovo Paquetà, più vicino alla porta, ma alla prima abbiamo osservato ancora il Lucas versione gattusiano. Gavetta, dedizione tattica, imprescindibili, tuttavia, per uno che si avvicina al campionato italiano.

CERCASI LEADER – E’ stato il trequartista eletto dal popolo questa estate, ma Giampaolo dopo le prime sedute lo ha ribattezzato ancora come mezzala. Il ruolo di trequartista non è ancora nella testa del mister e…. forse non lo sarà mai. Il tecnico abruzzese è pronto a sconfessare il suo dogma tattico per tornare al collaudato 4-3-3. “Molti giocatori sono fuori ruolo, non posso snaturare i miei giocatori” l’ammissione dell’ex tecnico della Samp. Non c’è apparentemente Paquetà in quella lista, ma un cambio di sistema potrebbe portar beneficio al suo futbol e al suo apporto in zona offensiva, con la retrocessione in panchina della seconda punta. La qualità l’ha mostrata, il carattere, nel senso del carisma, deve ancora emergere. Anche se finora il numero 39 è apparso fin troppo focoso e avvezzo alle ammonizioni. Perché il Milan degli ultimi tempi è una squadra priva di leader, che si scioglie quando va in difficoltà. Come fu Kakà, abile a prendere per mano i compagni, Paquetà sarà costretto a emularlo. Perché lui i mezzi non gli mancano. Ma deve dimostrarlo.

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