È un concetto che stiamo ripetendo fino alla spasmo, che forse poco interesserà ai lettori (anzi, alcuni di loro ne saranno probabilmente galvanizzati) ma che non possiamo nascondere stia rendendo più complicato il lavoro dei cronisti rossoneri in questa lunga estate: la nuova dirigenza rossonera è poco comunicativa, diciamo che lo è meno di quanto ci aspetteremmo. E se questo, da una parte, può essere certamente un valore aggiunto perché crea poche fughe di notizie, dall’altra porta inevitabilmente alla ricerca di notizie da altre fonti. E non è detto che le fonti siano sempre quelle giuste. Prendiamo il caso di Torreira: c’era chi, qualche settimana fa, lo dava vicinissimo a via Aldo Rossi. Mai trattato, a quanto ci risulta. Poi c’è la suggestione Modric, enfatizzata dal grandissimo rapporto di amicizia con Boban e dai like che – qua e là – elargisce su Instagram ai post del profilo ufficiale rossonero.
E poi ci sono i rapporti della dirigenza con i procuratori, con gli intermediari, con chi prova a creare canali preferenziali per entrare in contatto con la famiglia Singer. Detto più e più volte della presenza e del peso che Jorge Mendes sta esercitando nell’orbita del Diavolo, vanno indubbiamente fatte delle distinzioni. Determinante nel “giro” Silva-Correa al momento in standby, sappiamo per certo che il portoghese ha provato ad inserirsi da intermediario nella trattativa che ha portato a Milanello Rafael Leão. Ma sappiamo anche per certo che il Milan ha impedito che ciò accadesse, discutendo direttamente con l’agente e – per questo – battendo la concorrenza di altri top club europei (tra cui l’Inter di Conte) garantendosi un’operazione a cifre più basse. Discorso analogo per l’uscita di Patrick Cutrone, condotta interamente da Giovanni Branchini senza l’intervento di alcun intermediario.
D’altronde, proprio il giorno del raduno, Boban era stato chiaro: “Gli agenti vengono a spiegarci i calciatori, ma io e Paolo ne capiamo. Faremo scelte logiche, anche se poi magari sbaglieremo perché qualche giocatore non manterrà le aspettative”. Scelte logiche e dirette, senza inserimenti di chi cerca di giocare puntualmente al rialzo. È la nuova frontiera, sempre più in voga, nelle trattative di mercato: orde di collaboratori alla ricerca della propria fetta. Proprio quello che Elliott, attraverso l’opera della triade Gazidis-Boban-Maldini, vuole evitare a costo di prendersi dei rischi e di vedere ridimensionato notevolmente il proprio parco di scelte. Unico appunto? Servirebbe veicolare maggiormente questo concetto, per non creare false aspettative fra i tifosi nell’odierno mondo dell’informazione dove basta anche solo un tweet ben assestato per credersi una fonte credibile.
This post was last modified on 1 Agosto 2019 - 20:48