C’è la sconfitta di Udine da riscattare subito, altrimenti la strada per la Champions sarà veramente dura, dato che le principali rivali (tranne la Roma) hanno tutte vinto alla prima. Con il Brescia è vietato sbagliare, davanti a 60mila tifosi rossoneri. Queste le parole di Marco Giampaolo prima della sfida alla sua ex squadra, e suo esordio personale da allenatore del Milan a San Siro. “Avevo detto che saremmo stati competitivi con l’Udinese – dice –. E lo siamo stati. Mi aspettavo un’Udinese che ripartiva e aveva 50 metri di campo da sfruttare. Ma il mio Milan non può avere quell’atteggiamento tattico quando gioca maggiormente nella metacampo avversaria. Ci è mancato l’aspetto di saper leggere le occasioni, per mancanza di conoscenze“. “C’è bisogno di tempo – prosegue Giampaolo –. Questa squadra si è ritrovata in tempi diversi. La mia è una squadra forte, che si allena bene, fidelizzata. Abbiamo sbagliato la gara di Udine non per mancanza di volontà dei calciatori, ma di conoscenze“.
Piatek è apparso spento a Udine come nel ritiro estivo, ma “per lui è un problema di spazi. Se non ha spazi dietro deve venire a prenderlo davanti. In contropiede dà profondità“. Poi una richiesta ai tifosi del Milan: “Chiedo loro di avere pazienza. Il Milan dovrà fare il Milan e imporre il proprio gioco. L’atteggiamento mentale deve essere quello. Ben vengano 60mila tifosi a San Siro“. La parola poi passa al modulo: “I concetti non cambiano, i principi sono quelli – afferma –. Bisogna capire le situazioni di campo: come, dove, quando smarcarsi. Bene quando l’avversario gioca a viso aperto, dobbiamo fare le stesse cose con squadre chiuse. Posso cambiare la posizione di un giocatore ma non la filosofia. Il pensiero originario rimane quello. Cambiare non è un segno di debolezza“. Bonaventura potrebbe partire titolare, “è molto forte, ma indietro dal punto di vista fisico, quindi dovrà aspettare“.
“I miei giocatori devono divertirsi in partita, non devono aver paura. Si devono divertire. E se si esaltano si fa bene. Loro lavorano bene, sono professionisti. Io ho zero preoccupazioni, e sono contento“. “C’è da lavorare insieme – dice Giampaolo –, io ho iniziato con otto primavera la preparazione, probabilmente conosceranno meglio i miei movimenti rispetto ad altri. Se un giocatore arrivasse domani e volesse giocare si deve mettere in coda. Se penso a un Milan d’insieme“. Sul Brescia, ex squadra allenata da Giampaolo in passato: “Ricordo poco dell’esperienza. Ma questa squadra ricorda la mia vecchia Sampdoria“, ricorda il mister. “Mi è piaciuta molto a Cagliari. Riesce ad annullare il gap d’esperienza con le altre con il lavoro collettivo. Sarà una partita da giocare bene dal punto di vista della contrapposizione“.
Poi il commento passa alla società: “Boban e Maldini? Dopo Udine abbiamo parlato della partita e capiscono le dinamiche. Ci siamo confrontati, non c’è bisogno di tornare sul match. Sono cose consuete, non c’è bisogno di parlare con dirigenza e giocatori“. I due play sono Biglia e Bennacer, “il primo però non ci sarà neanche domani dopo Udine, il secondo è arrivato in ritardo, quindi la scelta ricade per forza su Calhanoglu. La riscossa dopo la sconfitta? Ripeto che i miei giocatori si allenano duramente, la sconfitta infastidisce tutti, soprattutto loro“.
Il mercato chiude il 2 settembre, anche se Giampaolo non è contento perché “fosse per me lo chiuderei prima dell’inizio del campionato. Un ultimo botto potrebbe arrivare in casa rossonera? I dirigenti lavorano bene e fanno le loro valutazioni. Io alleno la squadra al meglio delle mie possibilità. Loro sanno cosa fare, io devo allenare, non metto bocca sulle trattative“.
Avere i giocatori dall’inizio della preparazione “è diverso secondo me. Kessie? Per lui si parla di condizione fisica, si deve ancora integrare, quindi farò valutazioni diverse. Borini? È in buona condizione e gioca. Anche se tutti potrebbero essere titolari, non ce ne sono solo 11“. La sconfitta di Udine è arrivata su calcio d’angolo, alla domanda se il Milan non avesse saltatori troppo altri, Giampaolo parla di “errore di posizionamento, serve un’organizzazione difensiva. Non tutte le squadre hanno giocatori da 190 centrimetri. Io li preferisco più bassi, giocano meglio“. “Le scelte condizionate da mercato? Non so di operazioni in uscita – dice Giampaolo –, i convocati sono tutti giocatori da Milan. Io non mi pongo il problema e non devono farlo loro. Il Milan è sopra gli interessi individuali. Chi è qui è privilegiato. Il trequartista? È un attaccante duttile per caratteristiche. Le nostre punte lavorano bene, devo tirare fuori il massimo io“.
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