Tra chi va e chi arriva, il Milan lavora per far trovare pronta a Giampaolo una squadra che possa lottare per la Champions. Se c’è un Cutrone che con il cuore spezzato ha preso il primo aereo per Wolverhampton, e un André Silva con le valigie in mano, a Milano sono sbarcati Rafael Leão e Léo Duarte, attaccante e difensore di Lilla e Flamengo. Il primo dovrà saper convivere e servire al meglio il futuro collega di reparto Krzysztof Piatek, il secondo proteggere la retroguardia rossonera come ha fatto nell’ultima stagione in Brasile, magari aggiungendo qualche gol in più su palla inattiva (nel 2018 ne ha segnato uno).
Ma l’arrivo del brasiliano apre un interrogativo importante: riuscirà a far sedere in panchina Musacchio o sarà di nuovo l’argentino il compagno di reparto di Romagnoli come accaduto anno scorso? Duarte è giovanissimo, un classe 1996, ma c’è chi l’ha paragonato a Marquinhos, ex Roma ora al Psg, per la capacità di gestione del pallone e di visione del gioco. Naturalmente, tutti questi complimenti vanno presi con le pinze: quanti giocatori sudamericani arrivati in Italia si sono poi rivelati un flop nonostante in patria avessero ricevuto i migliori soprannomi possibili? Lo scorso campionato Musacchio, seppur con qualche errore, ha saputo farsi trovare pronto realizzando un gol contro l’Inter e un assist contro la Lazio. Al conto non si possono aggiungere la deviazione vincente contro il Sassuolo (autorete di Pol Lirola) e la rete annullata nel derby, ma stavolta nella partita di andata quando a giocare in casa sono stati i nerazzurri. Con Romagnoli, tutto sommato, ha costituito una coppia centrale discreta. Se il Milan è arrivato a giocarsi la Champions fino all’ultimo un motivo ci sarà pure, no?
Il dubbio quindi viene se Duarte non riuscirà a rubare il posto al centrale argentino. Se questa ipotesi si avverasse, e Giampaolo decidesse di continuare a schierare la coppia della scorsa stagione come molto probabilmente farà nelle prime giornate di campionato, allora ci sarebbe da farsi anche un’altra domanda: non sarebbe stato meglio tenersi Zapata a questo punto? Il difensore colombiano ha fatto bene nell’ultimo anno al Milan e una volta chiamato in causa ha quasi sempre risposto presente. E cosa ne sarebbe di Duarte se dopo gennaio Caldara, che allora dovrebbe aver recuperato dalla rottura del crociato, iniziasse a ritornare piano piano ai suoi livelli? Allora l’ex Flamengo rischierebbe di finire all’ultimo posto della gerarchia rischiando di diventare il nuovo Gabigol nerazzurro, ma della difesa, o il Leandro Grimi dei tempi passati. Se poi Giampaolo decidesse di tenere Matteo Gabbia allora ci sarebbe ancora più competizione: il centrale, l’anno scorso alla Lucchese e titolare ai Mondiali U-20 di giugno con l’Italia, non ha per nulla disdegnato nelle prime due gare di Icc. Per fortuna il costo dell’operazione con il Flamengo è tutto sommato economico: 10 milioni (escluso lo stipendio), recuperabili senza troppi problemi nel caso tutto andasse storto. Tanti interrogativi che troveranno la loro risposta con il tempo. Intanto i tifosi si godono due nuovi acquisti con una grande speranza: che Leão e Duarte non si rivelino nuovi ‘pacchi’ di metà estate inoltrata.
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