Stenta ancora a decollare il mercato del Milan.
I soli Krunic, Bennacer e Theo Hernandez certamente non sono abbastanza per una squadra che, nuovamente, necessita di una rivoluzione. Bisogna però dare tempo al tempo. Siamo solo a luglio e la fase bollente del calciomercato è ancora lontana.
Intanto, nelle ultime ore rimbalza tra i media il nome di Angel Correa come possibile rinforzo per l’attacco. Trattativa che, nonostante l‘addio di André Silva in direzione Monaco, appare abbastanza complicata sotto l’aspetto economico (i colchoneros partono da una base d’asta di 50 milioni di euro), un po’ meno sotto l’aspetto contrattuale, con Maldini e Massara che sembrano addirittura aver già trovato l’accordo col giocatore. Il motto per questa campagna acquisti, drasticamente condizionata dai limiti del FFP, è di pescare giocatori giovani, forti e soprattutto funzionali al gioco di Giampaolo. Ecco, a questo punto sorge spontaneo chiedersi, Angel Correa soddisfa questi requisiti? Vale davvero la pena investire quasi 55 milioni su un profilo come il suo? Cerchiamo di capirlo attraverso questa analisi.
Ángel Martín Correa Martínez, nato a Rosario, in Argentina, il 9 Marzo 1995, è un attaccante cresciuto calcisticamente nella Superliga, tra le file del San Lorenzo. Trasferitosi a Madrid all’età di 19 anni, con i rojiblancos ha collezionato la bellezza di 188 presenze totali in quasi quattro anni, condite da 30 gol e 28 assist. L’arrivo in Spagna coincide anche, purtroppo, con un tragico avvenimento. Un tumore al cuore rischia di spezzare le ali ad una carriera già pronta a spiccare il volo. Fortunatamente, andrà poi tutto per il meglio. Dopo l’intervento e mesi di terapie, il classe ’95 torna a mettere piede in campo, giusto in tempo per il Sudamericano, trofeo che conquisterà poi da capitano con l’Abiceleste u20.
Più che attaccante puro, l’argentino predilige agire sulla fascia destra, come in quest’ultima stagione all’Atletico, o dietro la prima punta. Veloce, tecnico, scattante e dotato di grande fantasia e visione di gioco. Bravo sia a fare da sponda veloce per gli inserimenti delle mezzali, che a tenere palla creando spazi e superiorità numerica con spettacolari serpentine. Le caratteristiche sono perfettamente in linea con ciò che è la filosofia di gioco di Giampaolo. I problemi sorgono semmai quando si cerca di inserirlo nel 4-3-1-2 tanto amato dal tecnico.
Ciò che viene più immediato immaginare, è un suo impiego al fianco di Piatek nell’attacco a due. Sulla carta, i due si completano a vicenda: il polacco più adatto ad attaccare la profondità per finalizzare, l’argentino che predilige giocate corte, veloci e triangolazioni. Negli schemi di Giampaolo, può trovare spazio come rifinitore sulla destra per gli inserimenti dei centrocampisti o dello stesso Piatek.
Altra soluzione tanto cara al tecnico ex Samp sono i traversoni dentro l’area. Nei video seguenti, il classe ’95 si libera sulla fascia dalla marcatura, creando così spazi per gli inserimenti e superiorità numerica. Nel primo esempio opta per la soluzione più corta verso la punta, nel secondo tenta il traversone tagliato nel cuore dell’area di rigore, pescando l’incornata di Vietto. Nell’ultimo, invece, cerca addirittura il cross sulla fascia opposta per il taglio di Juanfran.
Un’ultima opzione lo vedrebbe agire in posizione più arretrata, quasi da trequartista aggiunto. Ciò gli permetterebbe sia di duettare direttamente col centrocampo, che di cercare più spesso soluzioni in profondità per i tagli dei compagni. Di sotto, una sequenza di azioni in cui, dialogando con la mediana con pochi e semplici tocchi, funge da tramite tra centrocampo ed attacco, regalando alla punta l’1v1 col portiere.
E qui si tocca un tasto dolente. Perché se in linea teorica Angel Correa può essere un acquisto di qualità e funzionale al gioco del Milan, la realtà dei fatti è ben diversa. L’ex San Lorenzo è comunque un profilo che non ha mai pienamente convinto all’Atletico. Nei suoi quattro anni in Spagna ha sì dato prova del suo talento cristallino, ma si è anche lasciato andare a troppi e continui alti e bassi, che molto spesso ne hanno pregiudicato la titolarità in campo.
Sotto la guida del mentore Giampaolo, può senz’altro crescere ed esplodere definitivamente. Ma, ad oggi, i 55 milioni di euro chiesti dai colchoneros sono più una follia che un affare.
Fonte video: CHEPLUS
This post was last modified on 21 Luglio 2019 - 21:04