Ciak, si gira. Ma chi in regia? È questa la domanda che si fa il Milan da quasi otto anni, quando Max Allegri decise di silurare Andrea Pirlo. Dopo il 21 italiano, in quella zona di campo si sono alternati in tanti. Diverse caratteristiche, diversi mister, ma mai convinzione, né nelle scelte né nei risultati.
Si è provato con il vertice basso di qualità, poi con quello fisico in grado di reggere due mezz’ali di inserimento. Montolivo, De Jong, Biglia e Bakayoko nell’ordine. Solo Van Bommel è riuscito a non far rimpiangere Pirlo, ma era un calciatore di spessore superiore rispetto ai sopracitati, aiutato certamente dal Milan in cui giocava: quello della vecchia guardia. Montolivo, arrivato da Firenze come simbolo di rifondazione, non ha mai imposto le sue caratteristiche. Manovra troppo orizzontale e lenta, quindi De Jong a metterci il fisico davanti alla difesa per un gioco impostato sull’intensità fisica e il gioco ha continuato a latitare.
Lucas Biglia, nella prima stagione di Gattuso, è riuscito anche a prendere in mano la squadra. Si era guadagnato le chiavi del centrocampo rossonero e lo ha custodito anche bene prima dell’infortunio, che lo ha costretto ai box quasi tutto l’anno appena passato e ne ha messo in dubbio l’affidabilità per la stagione in arrivo. Bakayoko ha sostituito l’argentino in campo e il Milan ha cambiato completamente volto. Centrocampo fisico – con un doppio incontrista – in coppia con Kessié, dedito al ribaltamento del fronte più che alla circolazione del pallone in impostazione.
E ora c’è – sembra – Bennacer. Riuscirà l’algerino a mettere fine a questo alternarsi? Il ruolo davanti alla difesa non ha mai trovato un interprete che garantisse continuità, sia con delle caratteristiche tecniche che fisiche. Giamapolo, amante dell’impostazione qualitativa, vorrebbe partire proprio da lì per dare l’identità del “testa alta e bel gioco” che ha promesso durante la sua presentazione.