E’ stata una giornata abbastanza movimentata quella vissuta quest’oggi a Losanna, dove – poco più di un’ora – fa il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha affidato all’Italia, ed in particolare a Milano e Cortina d’Ampezzo, l’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026. La delegazione italiana presente in Svizzera ha dovuto fare i conti con l’ennesimo capitolo della vicenda relativa al nuovo stadio di Milano.
Il presidente del Milan Paolo Scaroni, presente a Losanna, ha infatti dichiarato senza mezzi termini che i rossoneri stanno lavorando insieme all’Inter per abbattere San Siro e costruire un nuovo impianto nella stessa area della concessione, salvo poi fare dietrofront poco fa: “Non ho mai parlato della possibilità che San Siro possa essere demolito: il tema non è di nostra pertinenza dal momento che la struttura appartiene al Comune di Milano“. I due club meneghini, però, non hanno alcuna intenzione di rinunciare ad una loro “casa” tutta nuova, come confermato anche dall’ad nerazzurro, Alessandro Antonello: “Lavoriamo da mesi sul progetto stadio con il Milan ed a breve presenteremo il progetto“.
Piccata è arrivata la replica del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il quale ha ribadito che “il Comune è padrone dello stadio e nel dossier di Milano-Cortina abbiamo garantito che nel 2026 San Siro sarà ancora funzionante: fine della storia. Dopo il 2026, nel caso avremo un nuovo stadio, decideremo il futuro di San Siro. Ma ora siamo nell’assoluta condizione di confermare che quella sarà la sede della cerimonia di apertura“.
Insomma, ora che le Olimpiadi invernali sono state ufficialmente consegnate alla città di Milano, bisognerà capire se ciò rallenterà effettivamente la realizzazione del nuovo stadio tanto voluto da Milan e Inter. A parere di chi scrive, le vicende sono abbastanza slegate tra di loro (al CIO interessa davvero quale sarà materialmente lo stadio di Milano, soprattutto se quello nuovo dovesse essere all’avanguardia?), ma ormai dal muro contro muro tra club e Comune – proprietario del Meazza dal 1935 – ci si può aspettare qualunque cosa.
Una cosa è certa: qualora San Siro dovesse essere abbattuto, crollerà con esso una parte del cuore dei tifosi rossoneri e nerazzurri che sui social stanno facendo emergere tutto il malcontento per l’eventuale rinuncia ad un luogo magico, un monumento stracolmo di ricordi e pullulante di storia e di vittorie, leggendario in Italia e in tutto il Mondo. Chi è favorevole al nuovo impianto adduce come motivazione quella del progresso, della necessità di avere uno Stadio di proprietà che garantisca i ricavi necessari ad aiutare Milan e Inter a tornare a competere con i ricchissimi club inglesi e spagnoli. Come ha fatto la Juventus e come fanno tutti i più grandi club del Vecchio Continente. Insomma, è una bella lotta tra testa e cuore, tra ragione e sentimento.
Al di là di quale sarà la scelta – in ogni caso da prendere comunque ben prima del 2026 – tra abbattimento e ammodernamento, ci auspichiamo che preventivamente alla decisione definitiva, le parti in causa (Milan, Inter e Comune) facciano delle valutazioni approfondite, soppesino oggettivamente e senza condizionamenti i pro e i contro dell’una e dell’altra opzione. Se per tornare nell’élite del calcio europeo sarà necessario dotarsi del nuovo stadio, ce ne faremo una ragione ed esulteremo al nuovo che avanza. Ma se il gioco non varrà la candela, non toglieteci la possibilità di vivere ancora tante emozioni nel nostro monumento preferito…