In un club che per 31 anni ha basato il proprio potere su un’egemonia, a tratti, invalicabile, l’arrivo di tre rivoluzioni societarie in quattro anni ha inevitabilmente portato cambiamenti e stravolgimenti importanti. Un trentennio di certezze, sia a livello di gestione che di organigramma societario, è un record a tratti irraggiungibile così come il cambio di tre proprietà in pochi anni. Traguardi questi di cui è stato protagonista il Milan che ha visto succedersi, in un ristretto intervallo di tempo, prima la proprietà Berlusconi poi quella cinese di Yonghong Li ed infine quella americana e attuale della famiglia Singer.
Tre cambiamenti che hanno portato, sino ad ora, più problemi che benefici. L’addio di Berlusconi, infatti, ha consegnato una società sportivamente poco competitiva e finanziariamente mediocre. L’arrivo della proprietà cinese, invece, con una esagerata e disattenta campagna acquisti ha consegnato una squadra maggiormente competitiva ma al tempo stesso ha peggiorato la situazione economica rossonera che ora è inevitabilmente soggiogata al FairPlay finanziario. L’arrivo della famiglia Singer, invece, ha cercato di colmare, con pazienza e organizzazione, una gloriosa imbarcazione piena di buchi societari e economici.
Dopo aver rivoluzionato sia il lato sportivo che dirigenziale, ora il Milan è alla ricerca di serenità e di gloria al fine di ripartire prontamente e di riportare la squadra ai fasti di un tempo.