Il nome non c’è ancora, Gazidis aspetta Maldini e Maldini aspetta di capire le reali intenzioni di Gazidis. Al Milan manca ancora un tecnico, con Gattuso che ieri ha rilasciato la prima intervista da ex allenatore dopo 18 mesi in rossonero. Mesi che si sono conclusi senza Champions, per un punto. Gazidis consegnerà dunque una squadra qualificata (forse) per la prossima Europa League. In un Milan privo di certezze, all’appello manca anche quella riguardante il percorso europeo del prossimo anno. “Giocheremo l’Europa League“, ha detto Gazidis al termine di Spal-Milan, ultima gara di campionato. La volontà del Milan è chiara e forse anche scontata, ma certamente non sarà l’unica voce che verrà presa in considerazione. Il nome dell’allenatore non si conosce ancora, così come la reale e definitiva via del Milan.
DIFFICOLTÀ – Quest’ultima, resta la prima difficoltà. Affidare il Milan in questi anni di transizione resta complicato, consegnarlo senza certezze probabilmente di più. Inzaghi, De Zerbi, Sarri, Di Franceesco o Giampaolo? Sono questi i nomi che sono stati prontamente affiancati alla panchina del Milan. Senza troppe difficoltà – almeno questa volta – togliamo dalla lista Inzaghi, Di Francesco e Sarri. Il primo, tornato il sereno con Lotito, rinnoverà con la Lazio, il secondo, depennato dall’elenco dei possibili allenatori del Milan, piace a Ferrero, mentre l’ultimo è proiettato in orbita Juventus. Tirando le somme, restano De Zerbi o Giampaolo.
ESPERIENZA – Tutti i rossoneri – addetti ai lavori e non – che desideravano l’addio di Gattuso, sognavano un deciso e significativo salto di qualità in panchina. Esperienza, conoscenze del campionato italiano, magari qualche trofeo oltre che viaggi con direzioni su campi europei. Bene, analizzando il passato dei sopracitati, i due meno “esperti” risultano proprio gli stessi rimasti in corsa per la panchina del Milan. Quindi, tirando un’altra somma, è possibile ammettere che il Milan ha da poco salutato la scommessa Gattuso per accoglierne un’altra. Cambia poco, certamente tanto, tantissimo, milanismo in meno. Quindi il salto di qualità si trasforma presto in un salto su sé stessi. Il Milan, in attesa di completare l’assetto societario, ha perso di vista allenatori con l’esperienza tanto evocata in questa annata calcistica. Inzaghi, vincitore con la sua Lazio della Coppa Italia di quest’anno, Di Francesco grande protagonista della Champions League dello scorso anno, con la Roma che ha conquistato la semifinale ed infine Sarri – corteggiato dalla Juventus da diverso tempo – vincitore dell’Europa League. Questi profili – con ogni probabilità – non porteranno la loro esperienza al Milan, che ha scelto (ancora una volta) di rischiare tutto, scommettendo, adottando una linea che guarda verso il futuro, coltivando il presente. Con pazienza.