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Editoriale

Autoesclusi dall’Europa: adesso è davvero l’ultima spiaggia

Il Milan non giocherà l’Europa League 2019/2020. La notizia rilevante di questa settimana, ancor più che l’ufficializzazione, già abbondantemente ventilata, di Boban e sopratutto Giampaolo, è questa. Le voci emerse al tramonto di maggio hanno trovato concretezza a cavallo di questa torrida metà di giugno, con il club epta-campione d’Europa che, di fatto, si è autoescluso dalla seconda manifestazione continentale ventura.

Accordo

Gazidis, infatti, ha optato per trovare con la UEFA un punto di incontro che permetterebbe al Milan di districarsi, in un certo senso, dai serratissimi tralci del Fair Play Finanziario. Senza Europa League l’anno prossimo, infatti, il Milan avrà più tempo (da capire se uno o due anni) per rientrare dal passivo di bilancio evidenziato nel deferimento dello scorso autunno (100 milioni circa) e non incapperà in ulteriori sanzioni derivanti dal perdurare di tale passività. Un accordo, di fatto, globale che potrebbe risanare totalmente i rapporti con Nyon.

Valutazione

Globalmente, possiamo parlare di una mossa diplomatica d’altissimo livello portata a termine dall’ex dirigente dell’Arsenal. I vincoli – rientrare dal passivo esistente – restano ma, ovviamente, non si poteva pretendere altrimenti. L’auto-esclusione dall’UEL però permette di evitare nuove problematiche, più certe che potenziali.

Sacrificio significativo

In prima battuta, ovviamente, sentire di un Milan che rinunci volutamente alla partecipazione ad una coppa europea può sembrare blasfemia. Purtroppo, però, tale sacrificio era necessario: i segnali di pericolo erano troppo palesi per ignorarli e, pur soffrendo, come detto quella di Gazidis appare una soluzione più che buona. Ma, come sempre, c’è da definire quello che potrebbe essere un contrappasso.

Ultima spiaggia?

Fin dall’apertura dell’articolo abbiamo delineato come l’autoesclusione dall’UEL sia stata una mossa ben congegnata. È, però, anche leggibile come un’ultima spiaggia per un serio rilancio rossonero: sacrificare una coppa europea per ragioni di bilancio, implica il non poter sbagliare davvero più. Sia sul mercato dove giocatori che si svalutino (vedi Andre Silva) potrebbero complicare ancora di più le cose – sia in campo, sul quale si dovranno assolutamente centrare gli obiettivi – quali che siano – prefissati dalla società.

Tutti, in pratica, sono avvisati: il sacrificio azzera, senza dubbio, il margine d’errore. Sotto ogni punto di vista.

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This post was last modified on 20 Giugno 2019 - 20:26

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Published by
redazione
Tags: Milan