Secondo Repubblica, l’addio alla Roma di Daniele De Rossi avrebbe radici molto profonde. Tutto avrebbe avuto inizio la scorsa estate, quando il centrocampista campione del mondo nel 2006 non prese bene l’arrivo di Nzonzi. Convinto del fatto che l’ex Siviglia potesse rubargli il posto da titolare, il capitano dei giallorossi chiese la rescissione del contratto. Il tutto prima che lo strappo venisse ricucito.
Meglio non è andata nei mesi successivi. L’ex preparatore atletico dei capitolini, Ed Lippie, continuava infatti ad avere report da Trigoria e, sempre secondo il noto quotidiano romano, attraverso una mail, avrebbe avvisato Pallotta circa il fatto che De Rossi, Dzeko, Manolas e Kolarov volessero l’allontanamento di Monchi, Di Francesco e, soprattutto, Totti, reo di non portare positività all’interno del gruppo. Quest’ultimo, colpito dalla notizia, ha quindi proposto alla società di eliminare le fonti di Lippie, Del Vescovo e il fisioterapista Stefanini, venendo accontentato. Nel frattempo, tra Totti e De Rossi cala il gelo. Ma non finisce qui. L’ormai ex numero 16 della Roma ritiene che la notizia pubblicata da Repubblica sia del tutto contraria alla verità e si è già detto pronto alla querela.
Nel frattempo, in merito, sono arrivate le dichiarazioni di Pallotta: “Per quanto riguarda l’articolo pubblicato giovedì su Repubblica, ho letto alcuni passaggi quando mi sono svegliato alle 5 di ieri mattina e li ho definiti c******. Dopo aver letto tutto il servizio, e dopo aver sostenuto una lunga e assai dettagliata conversazione con uno degli estensori del pezzo, ritengo che alcune parti siano vere e altre parti chiaramente non corrette. Mea culpa. Alcuni aspetti di questo articolo hanno messo in cattiva luce Daniele De Rossi: non è giusto, perché Daniele per diciotto anni è stato un guerriero per la Roma. Lui merita rispetto e io l’ho sempre rispettato. Potremmo aver avuto qualche divergenza di opinione su come si è chiusa la sua carriera da giocatore della Roma, ma non intendo affrontare questo aspetto pubblicamente. Questo resta tra me e Daniele. Daniele era turbato, ma le sue emozioni derivano da quanto tiene e da quanto ha sempre avuto a cuore la Roma. Gioca con il cuore e lo abbiamo visto sul campo con la Roma per diciotto anni e, a livello mondiale, con l’Italia. Esprime i suoi sentimenti nello spogliatoio e questo è quello che lo ha reso un grande Capitano. Io credo fermamente che qualunque cosa Daniele abbia fatto, sia stata sempre per il miglioramento del Club. Era turbato per il fatto che qualcuno fosse stato acquistato per giocare nella sua posizione come riferito dall’articolo? Sì, lo era, ma ciò è dipeso dal fatto che il giorno precedente gli era stato detto da Monchi che non avremmo preso nessuno che potenzialmente avrebbe giocato davanti a lui nello stesso ruolo.
Pertanto gli è stata detta una bugia e il giorno seguente la sua reazione emotiva è stata quella che è stata. Il giorno dopo ancora è tornato sui suoi passi. Anche il passaggio secondo il quale Daniele avrebbe preso posizione perché Eusebio Di Francesco fosse esonerato, sulla base di tutte le conversazioni che ho intrattenuto con lui, è falso al 100%. Infatti a dodici partite dalla fine del campionato ho avuto una conversazione telefonica con Daniele, che mi ha personalmente chiesto di continuare con lo stesso allenatore fino al termine della stagione. Quindi, se qualcuno sta insinuando che lui chiedesse l’esonero di Di Francesco, questo non potrebbe essere più lontano dalla verità. Ho sempre avuto scambi costruttivi con Daniele riguardo lo spogliatoio, i giocatori, le cose da migliorare; e lo stesso vale per Francesco Totti. Dire che due ragazzi, con alle spalle una relazione speciale per venti anni, siano in guerra non ha senso”.