Gazidis ha parlato. Dopo aver fatto piazza pulita con Leonardo e Gattuso, l’AD rossonero stamattina ha illustrato il nuovo progetto, cercando in qualche modo di tranquillizzare quei tifosi che temono – senza neanche troppo torto – di rivivere sulla propria pelle le vicende che la scorsa estate hanno visto una Roma smantellata e – la classifica ha parlato chiaro – ulteriormente ridimensionata.
Non solo: il Milan in un solo giorno ha vissuto la terza rivoluzione societaria. In tre anni. Quella di ieri però è stata indubbiamente la più dolorosa. Non solo perché appena successiva al responso dei campi, che domenica ha impietosamente decretato il Milan fuori dalla Champions per un solo punto; ma soprattutto perché caratterizzata dall’addio di due bandiere come Leo e Rino, che insieme a Paolino dieci mesi fa avevano lasciato sperare nel ritorno di un Milan milanista, che potesse a stretto giro tornare grande come quello che li ha visti protagonisti sul terreno di gioco. Ecco, Paolino: lui per il momento c’è ancora e proprio nei suoi confronti Gazidis ha speso parole si stima.
Il CEO ex Arsenal – nonostante un panegirico che allo stesso tempo ha confermato per l’ennesima volta la vacuità della figura e del lavoro svolto fino ad ora da Maldini – ha espressamente proposto all’eterno numero 3 rossonero un ruolo importante, di vertice e responsabilità all’interno del club. Un ruolo vero, dopo una stagione vissuta nell’ombra di Leonardo. L’ennesima proposta, la prima occasione concreta per esprimersi ma soprattutto dimostrare le sue competenze – come si dice oltre Manica – out of the pitch. Perché se il Maldini calciatore rimane encomiabile ed esemplare, quello “dirigente” – tra offerte declinate e pretese ambiziose – ha spesso lasciato qualche perplessità.
Diventare DT: questo è quello che Gazidis propone a Maldini, il quale dunque diventerebbe vertice e ultima parola di un team di collaboratori e scout esperti, oltre che supervisore di tutte le questioni tecniche delle tante categorie rossonere. La palla a Paolo, il quale entro questa settimana – come dallo stesso dichiarato stamattina all’evento DAZN – darà una risposta. Una risposta che può finalmente segnare la svolta della sua carriera dirigenziale, che può legittimare il suo reiterato rifiuto ad un ruolo riduttivo come uomo immagine e ambasciatore milanista – alla Zanetti, per intenderci – fosse effettivamente fondata.
Intanto poco fa la notizia di una stretta su Simone Inzaghi, indicato quale erede dell’amico Gattuso proprio da Paolo Maldini. Che possa essere non solo un assenso alla proposta di Gazidis, ma la prima intuizione autonoma e azzeccata del Maldini dirigente.
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This post was last modified on 15 Dicembre 2019 - 23:07