Classe 1991, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.
Sono passate quasi ventiquattro ore, ma tutto il Mondo del calcio è ancora in estasi per quanto successo ieri sera ad Anfield Road. Calciatori (in attività e non), addetti ai lavori, giornalisti e semplici appassionati, di ogni nazionalità e tifo, stanno giustamente celebrando l’incredibile impresa del Liverpool di Jurgen Klopp. Dopo aver perso 3-0 l’andata al Camp Nou, i Reds – privi delle stelle Salah e Firmino – sono riusciti a ribaltare il risultato con un clamoroso 4-0, firmato Origi e Wijnaldum, che li porterà tra qualche settimana a disputare al Wanda Metropolitano di Madrid la finale contro una tra Tottenham e Ajax, in campo tra poco più di un’ora.
“Pazzesco Liverpool”, “Liverpool da leggenda”, “Favola Liverpool”, “Il Miracolo di Anfield”, sono solo alcuni dei titoli che i principali quotidiani sportivi di tutta Europa hanno utilizzato quest’oggi per celebrare giustamente e degnamente l’impresa degli inglesi rifilando alla grande favorita di questa edizione quella che il quotidiano catalano “Sport” ha definito “El mayor ridiculo de la historia”, ovvero “La più grande figuraccia della storia”. Tuttavia, spulciando qua e là la rassegna stampa odierna, sono state le parole del britannico Daily Mail ad attirare la mia attenzione. Il tabloid, non nuovo ad esagerazioni e provocazioni, ha infatti affermato: “Meglio di Istanbul? Sì, il Barcellona è meglio del Milan, Messi è meglio di Kakà ed il Liverpool di oggi è meglio del Liverpool di allora“.
Non ce ne vogliamo gli amici del Daily Mail, ma nelle tre affermazioni riportate sopra ce ne sono due su cui si può discutere – ma sulle quali gli inglesi hanno probabilmente più ragione che torto – ed una che è assolutamente lontana anni luce dalla realtà. Va bene voler esaltare l’impresa di Henderson e compagni, ma dire che il Barcellona “ammirato” ieri ad Anfield sia più forte del Milan sceso in campo nella tragica notte dell’Ataturk significa non capirne granchè di calcio. Ci permettiamo di essere così diretti semplicemente perchè – per quanto non sia mai semplice paragonare giocatori di epoche diverse – analizzando gli undici in campo francamente non c’è partita.
Tralasciando il portiere (Ter Stegen vale grossomodo Dida), come si può solo pensare, infatti, che il pacchetto difensivo blaugrana Sergi Roberto-Piquè-Lenglet-Jordi Alba possa finanche essere accostato ad una delle linee arretrate più forti di tutti i tempi, quella composta da Cafù, Nesta, Stam e Maldini? E il centrocampo? Vogliamo forse paragonare le geometrie di Pirlo a quelle di Busquets? La corsa instancabile di Gattuso a quella di Vidal? L’infinita classe di Seedorf a quella del pur bravo Rakitic? Non scherziamo, su. L’unico reparto che forse può reggere il confronto è l’attacco, dove Messi e Suarez “pareggiano” Kakà e Sheva, con Crespo e Coutinho a fare da “sparring partner” ai fenomeni. Per non parlare della panchina: ad Istanbul Ancelotti annoverava accanto a sè gente del calibro di Costacurta, Serginho, Rui Costa; ieri Valverde ha provato a riprendersi la qualificazione con Semedo, Arthur e Malcom…
Insomma, quel Milan ci appare decisamente inarrivabile per il Barça degli ultimi anni, che avrà anche vinto in patria, ma sotto la guida di Valverde in Europa ha subito in dodici mesi due clamorose ed umilianti rimonte: dalla Roma (che non è certamente il Real Madrid) e, appunto, dal Liverpool. Sarà proprio perchè tutti ricordiamo quanto fosse fenomenale quel Milan, che la ferita del 25 maggio 2005 è ancora aperta e sanguinante in tutti i cuori rossoneri, con la speranza di poter vivere ancora al più presto quelle notti comunque magiche che solo la Champions League sa regalare?