E’ cambiato tutto in poco tempo, come spesso capita in un ambiente dominato dall’instabilità, anche per Bakayoko. Si, perché colui che doveva essere la colonna su cui edificare il Milan del futuro, l’uomo da cui ripartire, da riscattare con o senza Champions, ad oggi non è più sicuro della permanenza in rossonero. Certo, pesa l’eventuale mancata qualificazione alla Coppa, ma anche se il Milan dovesse agguantare il quarto posto, anche e soprattutto per la sua condotta non eccepibile, difficilmente verserà al Chelsea la cifra pattuita.
BAKA: DALLE STALLE ALLE STELLE E RITORNO- Senza ombra di dubbio il Baka è stata una delle poche note liete di una stagione fin qui sfortunata e maledetta, nonostante la sua stagione sia iniziata in ombra, così come si appresta a terminare. Un peccato perché il Baka era diventato l’idolo della tifoseria e il trascinatore della squadra. Il numero 14 ha messo sul campo sudore, sacrificio, attaccamento: fattori che stanno mancando in questo finale, ma che il pubblico di fede rossonera ha sempre apprezzato. Ma il Baka nel momento cruciale della stagione, consapevole di un destino segnato, oltre ad abbassare il livello delle sue prestazioni è venuto alle cronache per fatti non stimabili: dopo il teatrino evitabile con la maglia di Acerbi, ecco il ritardo in allenamento che ha fatto infuriare Gattuso, mandando in ritiro la squadra. E non sarebbe nemmeno il primo gesto commesso “fuori dal vaso”. Episodi non accettabili in normali situazioni, se poi il comandante della truppa si chiama Rino Gattuso…
VALE IL RISCATTO?- Quindi, se l’ex Monaco non sarà riscattato sarà un grosso rimpianto? Ne sentirà la mancanza il Milan del futuro? Difficile rispondere oggi. Ciò che è certo è che il mediano sia stato un elemento imprescindibile nel Milan di oggi e di gran lunga il centrocampista più determinante degli ultimi anni, ma probabilmente non è la figura ideale in un Milan che vuole tornare grande. Perché i limiti tecnici restano e sono evidenti. La conclusione e l’inserimento non sono nel suo bagaglio, come lo stop e la verticalizzazione. Vero, qualche mese fa ci saremmo legati ai cancelli di Milanello per trattenerlo, ma se fosse stata solo illusione?. Il tempo ci darà ragione e rifletteremo su 35 milioni di rimpianti. Intanto, resta il dubbio: forse non è il Baka ad essere un fenomeno, ma semplicemente chi lo ha preceduto ad non essere all’altezza.