Gigio o non Gigio? Il risanamento (economico) può passare da lui

L’attenzione mediatica è inevitabilmente ora attirata dal “casting allenatore”, che porterà alla scelta della nuova guida del Milan dalla prossima stagione. Ma si tratta del primo tassello della rivoluzione iniziata da Gazidis. Una volta sciolte le riserve sul tecnico, si aprirà una lunga stagione di mercato. Rispetto alle ultime due stagioni che hanno visto più arrivi che partenze, il Milan sarà impegnato anche sul fronte cessioni. Quindi, qualcuno sarà sacrificato, in nome del bilancio. D’altronde senza gli introiti derivanti dalla qualificazione in Champions, pare improbabile trattenere tutti i pezzi da novanta in casa.

L’indiziato numero 1 ha un nome e cognome: Gigio Donnarumma. Il portiere rossonero ha aperto il mercato della gestione cinese con il braccio di ferro tra Mirabelli e il suo procuratore Raiola e aprirà probabilmente il primo vero mercato della gestione Elliott, chiudendo – di fatto – un cerchio. Da Gigio a Gigio: prima trattenendolo a suon di milioni, ora accompagnandolo all’uscita. Perche Gigio? La motivazione è soprattutto di natura economica: Donnarumma è la plusvalenza potenzialmente più succosa. Iscritto a zero in bilancio, il prezzo della cessione andrà tutto alla voce plusvalenza. L’incasso sarà influenzato al ribasso dalla necessità del Milan di venderlo, ma ipoteticamente a fronte di un’offerta sopra i 50 milioni, Gazidis potrebbe vacillare e mettere una toppa notevole sui conti sanguinanti. Psg, ma anche i club inglesi sono avvisati. Gigio potrebbe non essere l’unico a salutare Milanello. Tra i possibili sacrificabili ci sono anche Suso, Cutrone, Calhanoglu e Kessie. I primi due porterebbe in dote una plusvalenza maggiore rispetto agli altri, ma minore rispetto a Donnarumma. Gli ultimi due partirebbero solo in caso di offerte irrinunciabili, considerato che il centrocampo è il reparto più spolpato dalle partenze, considerando gli addii certi di Montolivo, Mauri, Bertolacci, Bakayoko e quello probabile di Biglia.

Indizio numero 2: l’ingaggio. Gigio, con la partenza di Higuain, è il più pagato tra i rossoneri con 6 milioni netti fino al 2021. Un numero che mal si concilia con l’esigenza di “spending review” dettata dall’a.d. di via Aldo Rossi e l’intento di ridurre al minimo il costo degli ingaggi. Indizio numero 3: il recente rinnovo di Plizzari fino al 2023. Il talentuoso portiere che si sta mettendo in mostra al Mondiale Under 20 con la maglia azzurra sta dimostrando tutto il suo valore. Il Milan ci crede e l’anno prossimo potrebbe tornare a giocare in prestito, a patto che non rimanga. Non da numero 1 naturalmente. Ma anche in questo caso il Milan avrebbe le spalle coperte con Reina, che farebbe da chioccia a Plizzari per uno o due stagione prima del lancio del giovane. L’eventuale cessione di Donnarumma, uno dei migliori della stagione, sarebbe mal digerita dai tifosi, ma sarà un passo inevitabile quanto necessario. In nome del bilancio, ma che una parte del ricavato sia reinvestita in qualità.

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