Ignazio Abate ed il Milan. Una storia d’amore lunga dieci anni, tormentata e travagliata, ma anche vincente. Alla vigilia dell’ultima partita casalinga della stagione rossonera e della giornata che, molto probabilmente, ci dirà se il Milan potrà ancora coltivare il sogno Champions o dovrà accontentarsi di provare a difendere il quinto posto che vale l’accesso diretto ai giorni di Europa League, non si può non sottolineare il fatto che quella di domani sarà l’ultima partita a San Siro del biondo terzino che era ormai l’unico superstite dell’ultimo Diavolo dello scudetto 2011. Con lui se ne va quindi l’ultimo pezzo di quel Milan, quello che lottava per i trofei che contano, che disputava regolarmente quasi ogni anno la Champions League e che annoverava tra le proprie fila top player di fama internazionale. Domani a San Siro, contro il Frosinone, sarà quindi come la chiusura di un ideale cerchio che non può non far venire il magone in gola a tutti i tifosi rossoneri e ad un intero stadio che domani sicuramente darà il giusto tributo all’uomo, prima che al calciatore, Ignazio Abate.
Dopo tutta la trafila delle giovanili trascorsa con la maglia rossonera, Abate torna al Milan, in prima squadra, nell’estate del 2009, dopo le esperienze con Napoli (in Serie C1), Piacenza, Modena, Empoli e Torino. Da lì in poi disputa dieci stagioni in rossonero, condite da 241 presenze e 3 gol in Serie A. Si impone subito da titolare nella prima stagione con Leonardo in panchina, ma è nella stagione successiva con Massimiliano Allegri che si impone ai massimi livelli. Vince uno scudetto e risulta essere uno dei più continui nelle prestazioni e nell’impegno di quella rosa. Disputa sicuramente la sua migliore stagione tra le dieci con la maglia milanista proprio in quel 2010/2011, tanto da far pensare che il Milan avesse trovato un degno erede di tanti suoi predecessori ed illustri colleghi di reparto. Purtroppo non sarà così. La sua carriera in rossonero sarà piena di alti e bassi, momenti positivi e periodi bui, costellati da stagioni in cui è costretto anche a fare tanta panchina. Esattamente come nelle ultime due stagioni, in cui, nemmeno l’infortunio di Andrea Conti, gli ha permesso di essere considerato il titolare su quella corsia destra, superato anche dal giovane Davide Calabria.
Poco male. Nonostante non sarà sicuramente considerato tra i migliori calciatori della storia rossonera e alcuni evidenti limiti tecnici, Ignazio ha incarnato alla perfezione lo spirito ed il dna Milan. Uno degli ultimi che ha indossato la nostra maglia con orgoglio e passione, uno degli ultimi ad arrendersi anche in anni di delusioni cocenti e di piazzamenti mediocri come le ultime sei stagioni. La commozione di Gattuso nella conferenza stampa odierna nel parlare dell’ultima a San Siro del suo ex compagno di squadra in campo è una testimonianza inequivocabile di quanto Abate abbia dato per amore del Milan. Fino ala fine, fino a questa ultima stagione in cui si è sempre fatto trovare pronto quando è stato chiamato in causa, anche da centrale difensivo, ruolo mai ricoperto e da lui svolto in maniera diligente ed egregia. Domani sarà la sua ultima da titolare a San Siro ed il popolo rossonero gli dedicherà sicuramente un lungo applauso che farà scendere delle lacrime, ma che rappresenterà il giusto tributo ad un milanista vero che, a 32 anni, continuerà a giocare a calcio, ma dovrà farlo con altre maglie.
This post was last modified on 18 Maggio 2019 - 19:45