Chi è Luis Campos? Lo scout che stregò Mourinho e sostituirà Leonardo. E Paolino…

Il destino di Leonardo è segnato. E il prossimo weekend – che ci dirà una volta per tutte se questo Milan riuscirà o meno ad andare in Champions League – potrebbe anche fornirci la sentenza definitiva anche sul brasiliano, che con Ivan Gazidis non è mai riuscito a legare più di tanto.

LEO: IL MERCATO ESTIVO E IL RAPPORTO CON GAZIDIS

A far ricadere tutte le colpe di un eventuale fallimento – perché, che se ne dica, di fallimento si tratterebbe – su Leo c’è un mercato estivo che – seppur organizzato in fretta e furia – ha lasciato non poche perplessità. Operazione Higuain a parte – che valeva la pena di essere azzardata – gli acquisti di Caldara, Laxalt e Castillejo si sono rivelati a dir poco deludenti, considerando soprattutto il loro scarso impiego, ma soprattutto il loro scarso apporto quando sono stati chiamati in causa. Acquisti che complessivamente hanno visto uscire dalle casse rossonere – che hanno vissuto momenti migliori – cifre che si aggirano intorno ai 65 milioni di euro. Poi l’arrivo pre-natalizio del top player della dirigenza Ivan Gazidis e il veto su Ibrahimovic e Fabregas, che il Direttore Tecnico ex PSG aveva praticamente assoldato. Dinamica poi ripetutasi qualche giorno fa con Everton, dal Brasile. Senza in questo caso scendere nel merito abbia – o avrebbe avuto – ragione, è indubbio che la convivenza è difficile e che uno dei due è di troppo. Leonardo, per i Singer’s.

CAMPOS, L’UOMO CHE STREGÒ MOU

Luis Campos è al momento il Direttore Sportivo del Lille, seconda forza della Ligue One un anno fa quasi retrocesso. Il dirigente portoghese è di fatto l’artefice del capolavoro sportivo compiuto in Francia, l’architetto di una squadra costruita con usati sicuri – Fonte, difensore 35enne autore di una stagione strepitosa – e da giovani talenti come Rafael Leão e Jonathan Bamba, che di anni ne hanno meno di 22 ma che si sono rivelati concreti punti di forza dei Dogues. Il curriculum di Campos però è più ricco e variegato: dopo una prima parentesi portoghese, il dirigente – laureato in scienza motorie – ha fatto parte dello staff di José Mourinho ai tempi del Real, che lo scelse come analista tattico e talent scout, colpito profondamente dalle sue competenze calcistiche. Poi l’esperienza a Monaco – la più formativa e famosa -, che di fatto mise le basi per la conquista del campionato francese nel 2017 – quando lui già aveva lasciato il club – con l’acquisto di pedine importanti anche a parametro zero (Carvalho e Abidal) e le cessioni per cifre monstre, come quelle di Kondogbia, Martial e James Rodriguez, i quali – gli ultimi due – da lui stesso portati tra le sue fila. Un dirigente lungimirante e analitico, accompagnato da un team di scout composto da esperti – sei: un portoghese, un messicano, uno spagnolo, un brasiliano e due francesi, ma non è l’inizio di una barzelletta – che valuta i prospetti in maniera schematica e minuziosa, sulla base di parametri precisi e concreti.

VIA LEO, DENTRO CAMPOS: MA PAOLINO?

A quanto pare l’accordo tra Campos e il Milan c’è ed è favorito dagli ottimi e pregressi rapporti con la famiglia Singer. Il portoghese pare abbia già accettato l’incarico e che stia solamente aspettando la dipartita di Leonardo, per la gioia anche di Gazidis. A rimanere spiazzato – e in pratica senza collocazione – in questa situazione è Paolo Maldini, scelto proprio dal brasiliano e finalmente inserito nel l’organigramma – come detto da lui stesso oggi, con un ruolo anche ora poco chiaro e definito – per accompagnarlo nelle vicende tecniche e sportive. Senza il tutor, che fine farebbe Paolino lo stagista? L’eventualità che venga congedato pure lui non è affatto da scongiurare, complice anche l’incapacità dell’ex capitano rossonero di ritagliarsi in maniera concreta una figura di rilievo all’interno della società, soprattutto nelle questioni di campo. Una posizione come ambasciatore milanista è sempre aperta, ma allo stesso tempo – si sa – non è gradita. La storia del Milan ai milanisti – insomma – pare essere già ai titoli di coda; dopo neanche 10 mesi dal suo inizio.

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