Nonostante la sconfitta, paradossalmente, la gara contro la Juve è stata per il Milan la migliore a livello qualitativo da qualche settimana a questa parte. Non sono arrivati punti, ahimè fondamentali, ma l’aver messo sotto i bianconeri è già di per sé una notizia. Analizzando poi le prestazioni dei singoli, oltre al solito Piatek ed il redivivo Bakayoko, vi è un’altra piacevole sorpresa: Hakan Calhanoglu.
Più che la prova in sé, ha stupito la posizione in campo del turco. Una sorta di tuffo nel passato che lo ha catapultato sulla trequarti, proprio come ai tempi di Hoffenheim e Leverkusen. I passi in avanti rispetto le ultime uscite, non che ci volesse molto, sono evidenti. Non a caso, il fallo da (non) rigore di Alex Sandro nasce proprio da una sua invenzione, così come buona parte delle azioni offensive rossonere.
Quello visto in campo contro la Juve si è trasformato in un 4-2-3-1 a tutti gli effetti. Vista la pesante assenza di Paquetá, la chiave per dare una svolta al finale di stagione rossonero potrebbe passare proprio da questo modulo. La qualità tra le linee di Calhanoglu al servizio di Piatek, Baka e Kessie dighe in mezzo al campo e fasce che ballano a ritmo di flamenco spagnolo con Suso e Castillejo.
Caro Rino, non buttare via ciò che di buono si è visto ieri, Calha mezz’ala non s’ha proprio da fare. Se quello che chiedono a gran voce è il cambio modulo, cambio modulo sia. Ma questa volta quello giusto.
This post was last modified on 7 Aprile 2019 - 19:44