La UEFA deferisce il Milan, sotto inchiesta l’ultimo bilancio. Come un fulmine a ciel sereno – soprattutto dopo la sentenza giunta lo scorso dicembre sempre da parte dell’organo federale e quella del Tas di luglio, che hanno scongiurato rispettivamente scongiurato ingenti sanzioni pecuniarie e inibizioni alle competizioni europee – la notizia che fa tremare il popolo rossonero. Ma tranquilli – e mi prendo le responsabilità di quello che scrivo -, è tutto sotto controllo.
Come ha riportato poche ore fa anche l’ANSA, da Casa Milan non sono uscite ancora comunicazioni ufficiali, ma la sensazione è che la dirigenza rossonera sapesse dell’investigazione, considerandolo “un passo formale obbligato” da parte dell’UEFA. Ivan Gazidis e Leonardo – a questo punto sereni – sono chiamati a pareggiare il bilancio in tre anni. Come, lo sanno loro; del resto sono stati chiamati – in particolare il primo – proprio per questo. Ma provo a consigliare – o forse meglio dire, prevedere – quelle che saranno le (tre) mosse da cui partire. Tenetevi forte, perché – per i tanti – non saranno belle notizie.
Se Dio vuole, il Milan dopo tanti anni (non così tanti per una squadra normale, ma troppi per il Milan) potrebbe tornare in Champions League. Il mero accesso alla prima fase – quella a gironi – porterebbe nelle casse rossonere già una cifra importante, superiore ai 30 milioni di euro. Un bel bottino considerando le scarse entrate delle ultime estati, ma – oltre a non poter fare i conti senza l’oste – ancora insufficiente per ripianare un deficit di 126. Senza contare che – eventualmente, sempre facendo gli scongiuri – si dovrà comunque investire a luglio per costruire una squadra idonea a competere nell’Europa che conta.
Dunque serve cedere, e con criterio. Quello che non è ancora chiaro a tutti è che non è sufficiente vendere giocatori in esubero. Non basta dare “via quel bidone di Bertolacci e André Silva, se ce lo rimandano indietro”. Anzi, tutto il contrario, se consideriamo le cifre per le quali sono arrivati. Tutto il mercato ormai ruota tutto intorno alle plusvalenze. E chi ti può permettere di farle? L’indiziato numero uno è indiscutibilmente Suso, arrivato a parametro zero dal Liverpool ai tempi di Adriano Galliani e divenuto – escludiamo gli ultimi due mesi – stella del Milan e della Serie A. Sul contratto dello spagnolo – meglio ricordare – è già presente una clausola rescissoria di 38 milioni; difficile che possa andare via per questa cifra, ma almeno un trentello qualche squadra di Premier – magari proprio i Reds – pare sia disposta a metterlo sul piatto. Un colpo mica male, dal punto di vista del bilancio.
Gli altri due designati potrebbero (e – perdonatemi – dovrebbero) essere Franck Kessie e Patrick Cutrone. L’ivoriano – dopo le promettenti prestazioni della passata stagione – non si sta confermando ad alti livelli e nelle ultime uscite sta spiccando per imprecisione e pasticcioneria. Ad aggravare la sua posizione – già in bilico con l’arrivo di Leonardo nel ruolo di DT – la scenata nel derby con Biglia, che gli è costata multa e panchina. L’ex atalantino ha mercato ed è apprezzato molto dai supervisori from UK, che già in passato hanno fatto follie per pezzi anche non pregiatissimi del campionato nostrano. Per una cifra intorno ai 40 milioni – anche lui – potrebbe lasciare il Diavolo senza troppi stracciamenti di vesti da parte dei tifosi; a maggior ragione se per permettere il riscatto di Bakayoko.
Il nodo è legato alla situazione André Silva. Il portoghese – partito a bomba con il Siviglia – già in autunno ha smesso di segnare ed è molto improbabile che i Rojiblancos si convincano ad investire la cifra pattuita (38 milioni di euro) per il riscatto. Dunque prepariamoci a rivedere tra poche settimane l’ex numero 9 ancora a Milanello. Cederlo – appunto – senza fare troppa minusvalenza sarà difficile ed è per questo motivo che la situazione per Cutrone si complica: tenere tre punte – a queste cifre – è impossibile; quindi la soluzione più pratica e conveniente è cedere – certo, non a cuor leggero – quello che è stato pagato meno (in questo caso, nulla) per fare cassa e ottenere qualche plus a titolo di bilancio.
Un tesoretto complessivo – quello che costituirebbero i tre – da 100 milioni, che non risolverebbe in toto i problemi finanziari del Milan, ma che sicuramente aiuterebbe a tranquillizzare la UEFA per una stagione.
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This post was last modified on 10 Aprile 2019 - 20:48