Da titolare indiscusso nel 3-5-2 di Montella a oggetto ‘misterioso’ con Gattuso l’anno scorso, dalla panchina iniziale alla titolarità quasi indiscussa in questa stagione. Quella di Mateo Musacchio con il Milan è una carriera fatta di tanti croci, ma anche delizie. Di giocate decisive sia in senso positivo che in negativo.
Gli esempi che si potrebbero fare sono molti: vi ricordate l’anno scorso in Milan-Napoli? Se non fosse per un balzo felino di Donnarumma, sarebbe stato impossibile evitare la sconfitta interna contro i partenopei per la copertura sbagliata dell’argentino: a metà tra Insigne e Milik, con il polacco pronto a mettere in rete. Poi l’arrivo dell’estate, le voci di un presunto addio e, alla fine, il ritorno a Milanello.
Quella dell’ex Villarreal, quest’anno, sarebbe dovuta essere una stagione da comprimario quando tutti i bookmakers e i principali quotidiani sportivi davano come certa la coppia centrale Romagnoli-Caldara. Ma quella dell’ex Atalanta è stata una stagione da dimenticare, segnata dalla pubalgia e da uno strappo di quasi 3 cm al gemello mediale del muscolo destro.
Così, via al Musacchio-show, preferito quasi sempre a Zapata, che sta disputando una stagione più sorprendente delle altre in rossonero. Un inizio buono misto a qualche incertezza, fino all’errore grave e decisivo dello scorso ottobre nel derby contro l’Inter: l’uscita a vuoto di Donnarumma, il ritardo nella copertura a Icardi, l’1-0 nerazzurro all’ultimo respiro e i voti impietosi dei giornali. Il tutto quando, nel primo tempo, era riuscito a mettere in rete dopo una punizione poi vanificata per fuorigioco.
Un incubo senza fine fino a questo gennaio quando in Serie A i rossoneri, tornati dalla sosta invernale dopo aver perso la Supercoppa italiana contro la Juventus, hanno inanellato una serie di risultati positivi che li hanno portati addirittura al terzo posto. E proprio Musacchio è l’autore dell’1-0 decisivo contro il Sassuolo che ha segnato il momentaneo sorpasso all’Inter, poi sciupato con la sconfitta nel derby interno. Anche qui, l’argentino è protagonista in positivo e in negativo: prima dimenticando Lautaro Martinez al 3′, poi segnando il gol della speranza rossonera del definitivo 2-3. Anche con la Juve le cose non sono andate bene: è suo l’errore in copertura su Dybala che segna da calcio di rigore ai bianconeri e dà il via alla rimonta bianconera.
Fino a arrivare a ieri sera, quando due errori in copertura su Correa, che imbecca Immobile a inizio match (miracolo di Reina), e su Immobile nella ripresa, rischiano di indirizzare il risultato in favore della Lazio. Poi il rigore prezioso, preziosissimo, conquistato a 10 minuti dalla fine per un’ingenuità di Durmisi che ha dato vittoria al Milan e scontro diretto a favore in caso di pari punti con i biancocelesti. Insomma, tante ombre e tante luci. La speranza, alla fine, è che Mateo approdi in Champions con i suoi compagni a fine stagione (magari con qualche giocata negativa in meno).
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This post was last modified on 14 Aprile 2019 - 15:31