Alzi la mano chi – fino a un anno fa – non esclamava “Oh no, Zapata!” quando vedeva il colombiano schierato dal primo minuto. Ed era difficile non essere d’accordo con questa perplessità. Da quando Gennaro Gattuso siede sulla panchina del Milan invece il centrale rossonero ha compiuto una vera e propria metamorfosi e – anche ieri, in occasione del deludente pareggio di Parma – si è rivelato una delle poche note positive del sabato di Pasqua milanista.
Le statistiche sono dalla sua: tralasciando la mezza stagione dell’anno scorso targata Rino, le presenze di Zapata in campionato di quella attuale sono 12 e solo 5 le reti al passivo con lui in campo, così come le gare concluse con il cleen sheet. Numeri da vera muraglia, che a fanno propendere dalla sua parte il ballottaggio con Mateo Musacchio, autore sì di una buona stagione, ma comunque macchiata da errori marchiani e – talvolta – decisivi (vedere derby d’andata e Juventus-Milan di due settimane fa).
Questo è il tema più caldo al momento. Il contratto del numero 17 rossonero scadrà tra due mesi e – attualmente – non trapelano novità relative al prolungamento. Certo è l’interesse di importanti club italiani come l’Inter, ai quali un profilo d’esperienza – anche internazionale – e comunque disposto alla panchina farebbe più che comodo. Ma proprio per i suddetti motivi, un Milan che pecca proprio per maturità e saggezza tra le sue fila non può farsi sfuggire una pedina così importante, decisiva e soprattutto affezionata alla maglia.
This post was last modified on 21 Aprile 2019 - 15:15