Dopo il deludente pareggio contro il Parma, una domanda deve sorgere spontanea al popolo rossonero: ma cos’aveva Kucka in meno di Kessie? L’unica nota positiva di ieri – oltre ai passi falsi delle altre concorrenti al quarto posto – è stato il saluto dello slovacco alla curva rossonera. Sottolineato anche con un post sul suo profilo Instagram, Kuco il Milan ce l’ha ben impresso nel suo cuore e questo non ha fatto altro che aumentare i rimpianti dei tifosi rossoneri.
Il mercato del Milan nelle ultime due stagioni – tanto esaltato per le cifre spese – non ha apportato quei tasselli in grado di far compiere il salto di qualità alla squadra, anzi. Franck Kessie ad esempio, arrivato per una cifra vicina ai 30 milioni di euro, ieri è stato surclassato dall’ex Kucka, frettolosamente ceduto dai rossoneri in Turchia per 6 milioni. Un altro esempio può essere Calhanoglu, simbolo della discontinuità della squadra di Gattuso. Arrivato in rossonero per 24 milioni di euro e con il numero 10 sulle spalle, apparte gli ultimi mesi della scorsa stagione non ha mai dimostrato di essere l’uomo della svolta. Lo stesso Musacchio, a lungo inseguito anche durante l’era Galliani-Berlusconi, ha finito per fare quasi un anno di panchina dopo l’arrivo di Bonucci. E un paio di stagioni fa in rosa c’era un certo Acerbi, ceduto in cambio di Kevin Constant…
A conti fatti, oltre a Donnarumma, Romagnoli, Paquetá, Piatek e Bakayoko la qualità della rosa è molto povera dal punto di vista tecnico. Forse quello che c’era prima non era poi tutto da buttare. Spendere tanto per il mercato – come insegnano Manchester City e Psg – non è sempre sinonimo di vittorie. Prima di liberarsi di certi elementi a basso prezzo e prenderne altri simili a prezzi esorbitanti sarebbe meglio riflettere e non farsi prendere dalla frenesia che spesso è una cattiva consigliera.
This post was last modified on 21 Aprile 2019 - 21:44