Fondazione Milan ha deciso di collaborare con l‘Agenzia Onu per i Rifugiati per la realizzazione del progetto “Sport come terapia“. L’obiettivo è la realizzazione di aree ricreative e sportive che permettano ai rifugiati libici presenti in Niger di superare i traumi vissuti attraverso lo sport. Ecco le dichiarazioni rilasciate sul progetto da Laura Lucci, direttore della Raccolta Fondi di UNHCR Italia, Paolo Scaroni, presidente di Fondazione Milan, e Alessandra Morelli, rappresentante UNHCR in Niger.
Laura Lucci: “Fondazione Milan da quasi 10 anni è uno dei nostri principali donatori. L’impegno di Fondazione Milan ha generato un impatto concreto e positivo nella vita di migliaia di rifugiati, soprattutto per i bambini. Siamo inoltre molto felici e fieri di questa nuova collaborazione che ci auguriamo possa aiutare tanti rifugiati a lasciarsi alle spalle i traumi subiti e che favorisca una loro migliore integrazione sociale”.
Paolo Scaroni: “Lo sport esprime il più alto dei suoi valori quando porta i giovani a stare insieme e a sorridere. Con un campo di calcio o un campo di basket possiamo aiutare chi è rimasto indietro. Questa metodologia è la base del lavoro di Fondazione Milan, per sviluppare iniziative concrete in cui lo sport genera benessere, equità e inclusione sociale. I rifugiati hanno il diritto di poter guardare con speranza al futuro. Siamo a fianco di UNHCR per questo“.
Alessandra Morelli: “L’attività sportiva permette ai nostri beneficiari di socializzare e di sviluppare al meglio il loro potenziale e le loro qualità umane, rafforzando al contempo la capacità di dialogo e lo spirito di collaborazione e favorendo una piena integrazione sociale. Per questo siamo davvero grati a realtà come Fondazione Milan che ci sostengono nel nostro lavoro che mira a riaffermare la dignità della persona“.
This post was last modified on 9 Aprile 2019 - 14:26