‘All-in or nothing’: recitava cosi una nota campagna pubblicitaria, quale stagione or sono, mandata avanti del precedente partner tecnico del Milan. Uno slogan che calza alla perfezione con gli ultimi dieci giorni di Patrick Cutrone.
Il 63 rossonero, infatti, ha vissuto mercoledì scorso il ritorno in campo da titolare, nell’anticipo del turno infrasettimanale contro l’Udinese. Non succedeva dallo scorso 26 gennaio: una vita. Prima, sostanzialmente, che il tifone Piatek si abbattesse sulle gerarchie del reparto offensivo rossonero, catalizzandole.
Una prestazione tutto sommato più che positiva, che peraltro l’ha visto ben duettare proprio con il polacco, a cui ha sfornato anche (mezzo) assist. Ma che non ha trovato seguito sabato pomeriggio, quando all’Allianz Stadium di Torino, Patrick ed il modulo con due punte hanno di nuovo lasciato spazio a Suso ed al tridente. Con il classe ’98 subentrato solo al minuto 86, appena dopo che i buoi eran scappati dalla stalla grazie a Moise Kean.
Evidente, quindi, la differenza d’impiego. Una forbice piuttosto ampia fra i 90 minuti giocati contro i bianconeri friulani ed i 4 più recupero contro i bianconeri piemontesi. Un dato di fatto che, se da un lato conferma la poca attitudine di Gattuso al cambio in corsa, dall’altro impone una riflessione: perché non concedere qualcosina di più a Torino e, d’altro canto, non variare prima nell’infruttuosa gara casalinga con l’Udinese?
Del resto, come dicevano gli antichi, in medio stat virtus: chissà per per Cutrone non torni attuale questo proverbio…
This post was last modified on 9 Aprile 2019 - 22:01