“Non so chi vincerà il derby, ma se giocasse Suso dietro le punte lo vincerebbe il Milan con diversi gol di scarto”. Firmato, Silvio Berlusconi.
Inizia con questa riflessione l’editoriale odierno, orientato fra un passato troppo recente per non parlarne ed un futuro che può partire anche da qui. Impossibile, infatti, non fare riferimento al derby della Madonnina di domenica sera. Una sfida beffarda, a cui il Milan era arrivato con la possibilità di “ammazzare” la propria corsa Champions e che, invece, ha sorriso ad un Inter derelitta ma brava a rialzarsi nel momento più duro.
Come altrettanto difficile è non pensare alle dichiarazioni della vigilia dell’ex Presidente. Filo-conduttore dei migliori anni della storia del Milan, Berlusconi ha sempre amato intervenire su questioni tattiche. Soprattutto a mezzo stampa, spesso in maniera scomoda per chi si trovava sulla panca rossonera. Ma, probabilmente, anche nel rapporto privato presidente-dipendente con l’allenatore di turno. Un presidente, cultore della figura del trequartista, quindi, per dirla in maniera chiara e diretta, che amava, se non altro, esprimere opinioni e pareri, quand’anche in maniera ingombrante. Ma che, forse, nell’ultima occasione, ci ha azzeccato.
Nel derby, infatti, il 4-3-3 scelto da Rino Gattuso ha fatto cilecca. Non ha garantito copertura alla difesa, messa in difficoltà dalla vivacità di Lautaro e Politano, ben supportati da Vecino. E, soprattutto, ha consegnato la miglior arma rossonera, Kryzsytof Piatek, alla mercé di Skriniar e De Vrij.
Suso e Calhanoglu, infatti, non sono riusciti ancora una volta ad incidere. Lo spagnolo attraversa un momento di appannamento evidente, mentre il turco, sulla fascia, ha dimostrato ancora una volta di non avere il passo per giocare da esterno, malgrado una prova da non cestinare in toto. E, allora, ecco tornare in voga il suggerimento berlusconiano: quello di mettere da parte, almeno per il momento, quel 4-3-3 tanto collaudato quanto conosciuto dagli avversari, per tentare l’azzardo del 4-3-1-2.
Uno schieramento, che si potrebbe alternare anche con l’albero di Natale di ancelottiana memoria, apparentemente più adatto alle qualità degli uomini in rosa. A partire da Paquetà e Calhanoglu, adattati rispettivamente come mezz’ala ed esterno. Ma anche pensando all’infelice Cutrone, potenzialmente esplosivo se posto accanto a Piatek. Finendo con Castillejo e sopratutto Suso, al quale una serie di panchine iniziali potrebbero anche far bene.
Forse, dunque, almeno per questa volta, Silvio avrebbe avuto ragione. E, chissà che uno dei suoi giocatori più vincenti, ora allenatore del suo ex Milan, non possa prestare un orecchio al suo pensiero…
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