Paolo Maldini, attuale dirigente ed ex capitano del Milan, ha parlato in esclusiva ai microfoni di DAZN. Ecco le sue dichiarazioni:
Sulle delusioni: “Ho perso una finale del Mondiale, ho perso un Europeo all’ultimo secondo… direi che di delusioni ne ho avute nella mia carriera. Ho perso anche tre finali di Champions tutte molto dolorose, quella di Istanbul forse un po’ di più perché pensavo che per me fosse l’ultima. Poi il destino mi ha permesso di rifarlo, due anni dopo“.
Sul Liverpool: “La parola Liverpool mi fa pensare alla prima finale, vincevamo 3-0, abbiamo dominato per 110 minuti su 120 però non siamo riusciti a vincere. Questo mi fa pensare a quanto sia strano il calcio. Giocare la finale di Atene è stato un azzardo perché avevo qualche problema al ginocchio, ma sapevo anche che sarebbe stata l’ultima occasione di vincere una Champions League e ho fatto di tutto per esserci”.
Sulla finale di Istanbul: “Dopo la finale di Istanbul c’è stata una partita di campionato che nessuno voleva giocare e una vacanza in cui pochi hanno dormito bene: la forza del gruppo è stata raggiungere un’altra finale a soli due anni di distanza. Un’altra eventuale sconfitta sarebbe stata dura da cancellare. Dopo un anno sono riuscito a rivedere la partita di Istanbul, mi sono reso conto di quanto avessimo giocato bene, di come avessimo dominato il Liverpool per il 90% della partita. Il calcio è molto strano”.
Sull’altra Champions: “Nella cavalcata del 2007 c’è tanto di mister Ancelotti, è sempre stato bravo a far trasparire poco le preoccupazioni. Però nel ritiro invernale di Malta ci eravamo messi in testa di provare ad andare a vincere, a marzo abbiamo visto che le gambe giravano e la testa c’erano: avevamo messo tanti valori in campo, nei momenti decisivi Seedorf c’era, in quelli difficili Inzaghi segnava, Pirlo non perdeva mai la calma, io invece ero quello che da gennaio in poi rompeva di più le scatole buttando lì l’idea che potessimo farcela. L’autoconvincimento, a volte, funziona”.
Sulla mentalità del Milan: “Il Milan è sempre stata una squadra di alti e di bassi, siamo andati in B ma abbiamo toccato dei vertici che le altre squadre non hanno mai toccato. Io preferisco questa mentalità qui, dove si può sbagliare veramente tutto, sfiorare il fondo per poi rimbalzare più in alto possibile”.
This post was last modified on 23 Marzo 2019 - 08:24