“Vorrei giocare un po’ di più, come tutti i giocatori. È normale”. Una frase, un desiderio, un’ambizione griffata Samu Castillejo. Uno dei giocatori visibilmente più in forma del momento rossonero, subentrato e bene in un derby poi perso anche grazie alla super parata di Handanovic sullo spagnolo a tempo scaduto.
Dati
Un segnale, quasi, che forse l’ex Villareal meriterebbe davvero più spazio. 23 le presenze da titolare in Serie A, di cui solo cinque da titolare. In mezzo tanti spezzoni (o meglio, spezzini), conditi da 3 gol e 2 assist.
Limiti e lavoro
Chiaro, esaltare troppo l’esterno andaluso significherebbe ignorare molte delle sue prove autunnali assolutamente incolori. Una su tutte, ad esempio, quella del Pireo a dicembre, nella nefasta notte d’addio del Milan all’Europa League, in cui fu ampiamente il peggiore in campo.
Da allora, però, il ragazzo non ha mai smesso di lavorare e gli vanno riconosciuti dei miglioramenti evidenti, anche grazie al lavoro di Gattuso sul senso tattico di Samuel, totalmente assente quando sbarcò dalla Spagna in estate. Vanno spese, poi, due parole anche sull’aspetto della concretezza in fase offensiva.
Ascendenti e discendenti
Nella prima parte dell’annata, risultava irrisoriamente facile contestare allo spagnolo la carenza di efficacia in zona gol. Oggi, invece, riguardando le prove con Empoli ed Inter nell’ultimo mese, quest’aspetto non risalta più: le giocate di Castillejo non sono più esclusivamente belle, ma anche spesso pericolose per le difese avversarie.
E, se da un lato il 7 ha dimostrato d’esser cresciuto, dall’altro Suso ha seguito una parabola simile ma opposta, vivendo in autunno un momento strepitoso e, oggi, un periodo di forma alquanto insufficiente. Facile, dunque, ipotizzare un clamoroso avvicendamento, qualora davvero lo status quo non variasse neanche dopo quest’ultima (Dio ce ne liberi per il futuro) sosta.
A Gattuso, dunque, il compito di ascoltare o meno l’appello del proprio giocatore.
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