Un ritorno, 38 milioni di problemi. André Silva ed un possibile riscatto (mancato) che fa male al Milan

Ci sono un polacco, un comasco ed un portoghese. No, non è l’inizio di una spassosa barzelletta, ma il possibile quadro degli attaccanti nella rosa del Milan a luglio. Con i primi due – Piatek e Cutrone – che, già adesso, sono abili e arruolabili agli ordini di Rino Gattuso ed il terzo rispondente al nome di André Miguel Valente Silva, noto semplicemente come André Silva. Non più tanto sicuro di rimanere a Siviglia anche dopo il 30 giugno, quando scadrà il prestito concesso dai rossoneri al club andaluso.

Medaglia

Curioso, infatti, come sia suscettibile di cambiamenti il mondo del calcio. In autunno l’ex Porto pareva prossimo al riscatto, forte di un inizio di campionato da 6 gol in 40 giorni, fra fine agosto e inizio ottobre. Di contro, al Milan, Gonzalo Higuain dopo un ottimo inizio, iniziava a deludere le aspettative, avviando di fatto l’esplosivo deterioramento dei rapporti con i vertici di Via Aldo Rossi. Una situazione tragicomica per Leonardo e soci, con i tifosi “pentiti” d’aver lasciato partire un talento del genere, con un riscatto peraltro non altissimo, da 38 milioni.

Sono, come detto, bastati pochi mesi per capovolgere tutto: al Milan non c’è più Higuain, ma Krzysztof Piatek, apparentemente implacabile nell’onesto mestiere di gonfiare le reti avversarie. Cosa che, invece, a Silva non riesce quasi più, spingendo il Siviglia a dubitare di ciò che, ad inizio ottobre, per bocca dello stesso direttore sportivo Caparros, non era in discussione, ovvero il riscatto di André.

Complicazioni

Ed è qui, dunque, che iniziano i grattacapi del Milan. Se davvero il portoghese rientrasse in rossonero ci si ritroverebbe con quello che probabilmente sarebbe un esubero, vista la contemporanea presenza di Piatek e Cutrone. Inutile parlare di come, a quel punto, per Silva il compito di trovare titolarità sfiorerebbe le soglie dell’impossibilità.

Ma, sopratutto, in via Aldo Rossi si ritroverebbero una mancata entrata economica da 38 milioni. Una pugnalata non da poco, aggravata dalla spada di Damocle del Fair Play Finanziario che impone al club di Via Aldo Rossi di rientrare del passivo di 120 entro il 2021.

Sacrifici?

In tale contesto, bisognerebbe attentamente pensare a come porre rimedio ad una situazione scomoda, sia dal punto di vista tecnico che economico. Se, davvero, il Milan non potesse ricavare i 38 milioni pattuiti per il riscatto di Silva, bisognerebbe cercare di monetizzare in altro modo. In prima istanza vi sarebbe la possibilità di re-immettere lo stesso portoghese sul mercato, salvo vederne ridurre drasticamente la valutazione, dopo due stagioni consecutive infelici.

Un’eventuale qualificazione alla prossima Champions League sarebbe importante ma, forse, potrebbe non bastare al Diavolo. Che, allora, a malincuore, potrebbe ritrovarsi costretto a valutare la cessione di un pezzo pregiato, che sia Suso o, magari, proprio per far “posto” ad André Silva da risollevare, lo stesso Cutrone, ambito dal Torino, ed oggi intristito in panchina.

Il futuro, comunque, lo scopriremo solo vivendo, sperando in una nuova rinascita andalusa per il lusitano che togliere al Milan quella che sarebbe davvero una patata bollente da gestire.

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