Roma e l’Olimpico. Una città e uno stadio importanti che molto spesso nel nuovo millennio hanno rappresentato crocevia importanti per le stagioni del Milan. Quando i rossoneri giocano nella Capitale succede sempre un qualcosa di mai scontato.
Si pensi al 2004, ad esempio. Di ritorno dalle vacanze natalizie, la squadra di Ancelotti era attesa in casa della Roma per accorciare il distacco dalla vetta di sei punti. I giallorossi, fino a quel momento, ancora non avevano perso in campionato. E così, quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare e uno scatenato Shevchenko decise la vittoria con una doppietta tra 24’ e 63’. Nel mezzo il gol allo scadere di Antonio Cassano, futuro sposo rossonero qualche anno più tardi.
Il “Re dell’Est” ucraino realizzò una rete più bella dell’altra. Prima lo stop su lancio di Seedorf e il pallonetto che beffò Pellizzoli in uscita, poi il bolide rasoterra dalla sinistra indirizzato al palo opposto dopo l’assist di Rui Costa. Quella vittoria permise al Milan di finire a -3 dalla squadra di Capello, poi raggiunta definitivamente grazie alla vittoria di San Siro contro il Siena per 2-1, nel recupero di campionato. Da allora, il Milan non perse più la vetta e proprio contro la Roma, a tre giornate dalla fine, arrivò il 17esimo Scudetto.
I giallorossi, dunque, vogliono dire anche Scudetto per il Milan, come accadde nel 2011. Grazie allo 0-0 dell’Olimpico, il Milan di Allegri, di Ibrahimovic, Pato e Robinho, conquistò il 18esimo titolo della storia, il più recente in casa rossonera. Se invece si va indietro nel tempo al 2003, la partita nella Capitale contro i giallorossi rappresentò ancora una volta la svolta. Nella finale di andata della Coppa Italia contro i giallorossi, martedì 20 maggio, la vittoria per 4-1 caricò a molla i rossoneri di Ancelotti che solo otto giorni più tardi vinsero ai rigori contro la Juventus la finale di Coppa dei Campioni a Manchester (Inghilterra). Una stagione da sogno, terminata tre giorni dopo con il pari nella finale di ritorno di Coppa Italia contro la Roma, che valse la quinta Coppa Italia. A San Siro, prima il doppio vantaggio a inizio ripresa di Totti (56’ e 64’) che sembrava riaprire la qualificazione, poi l’1-2 di Rivaldo al 66’ e il gol allo scadere (94’) di Pippo Inzaghi.
Ultima, ma non ultima, la vittoria con la Roma della scorsa stagione. I rossoneri di Gattuso seppero soffrire nel primo tempo e colpire nella ripresa al momento giusto, per due volte. Prima il gol di Cutrone sul solito cross tagliato di Suso dalla destra, poi il 2-0 di Calabria su tocco di Kalinic, che si permise di fare il pallonetto a quello che oggi, forse, è il portiere più forte del mondo: Alisson. Quella vittoria diede la giusta carica ai rossoneri, che nel ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Lazio riuscì a qualificarsi alla finale contro la Juventus. E pazienza per il risultato finale che permise ai bianconeri di trionfare, importante è stato arrivare alla finale e non starla a guardare a casa da spettatori dietro la tv.
This post was last modified on 3 Febbraio 2019 - 17:25