Secondo Arrigo Sacchi, i grandi allenatori si dividono in gestori e maestri di calcio: nella storia del Milan mentre il romagnolo appartiene al secondo gruppo, Capello e Ancelotti sono stati maestri nel gestire situazioni e spogliatoio. Per quanto Gattuso si stia sforzando di cancellare l’etichetta di “catenacciaro”, difficilmente lo ricorderemo per un inventore di calcio. Perché la sua dote, alla luce di quanto mostrato finora, è un’altra.
A fine dicembre sembrava prossimo all’addio, oggi, dopo la pesantissima vittoria sul campo dell’Atalanta, Rino tiene – come non mai – salda la sua panchina. Il Milan sta trovando continuità, grazie ai due innesti importanti del mercato di gennaio, ma anche alle scommesse vinte dalla sua guida. Il riferimento è al sorriso ritrovato di Calhanoglu, che dopo una lunga e sofferta astinenza (non segnava in campionato da maggio scorso) e 60 tiri senza centrare il bersaglio grosso, appena si è sbloccato è corso ad abbracciare il suo allenatore, nonché mentore. L’unico che non gli ha tolto la fiducia in questi mesi travagliati, quando gran parte del tifo lo aveva caldamente abbandonato, nonostante l’impegno profuso sul campo. Rino è sempre stato il primo sostenitore del turco, opponendosi a qualsiasi cessione o illazione sulle voci di mercato.
Una scena già vista, quell’abbraccio: Higuain con la Spal. Anche in quel caso, il buon Rino, da padre di famiglia, si mise i panni dello psicologo per recuperare il Pipita dopo il rigore contro la Juve. Ma spesso le cose non vanno come previsto e nonostante ciò il Pipita ha deciso di salutare, Rino è rimasto deluso, ma l’argentino ha sempre esternato il gran rapporto col mister calabrese.
Ma non è finita qui: chi prima di loro? Come dimenticarsi Bakayoko. Dopo l’ennesima partita imbarazzante del francese contro il Genoa a fine ottobre, in cui un suo errore grossolano regalò la rete del pareggio agli ospiti, il tecnico rossonero, a fine partita, se ne uscì con la frase: “A tratti ho visto un Bakayoko devastante“. Inutile sottolineare come molti lo presero per matto o per visionario. Ebbene, oggi gran parte dei tifosi rossoneri prega in ginocchio per il riscatto del Baka e siamo ancora qui a dare ragione a Rino. E anche chi è rimasto scottato dall’esperienza rossonera, vedi Kalinic, ha speso belle parole per il tecnico, che con lui ha usato più il bastone della carota. Se non è un segnale questo.
Rino ha le stimmate del tecnico gestore, l’uomo dei casi impossibili, l’uomo che ribalta i pronostici e zittisce gli scettici.
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This post was last modified on 18 Febbraio 2019 - 17:28