La rinascita del Milan passa per il fattore P, che ha nomi, cognomi, e aggettivi precisi. Pi-Pa, Piatek-Paquetà, così diversi eppure così ugualmente decisivi. Uno viene dall’Est, l’altro da oltre Atlantico. Il primo ha realizzato 6 reti in 5 partite, meglio dei più grandi bomber dell’era Berlusconi, davanti a Van Basten, Weah, Bierhoff, Inzaghi e Sheva. I suoi numeri sono pazzeschi: 25 gol quest’anno tra Campionato e Coppa Italia, un bomber puro e spietato.
Paquetà, invece, brasiliano “elegante” e di classe, un giocatore moderno e completo. Corsa, resistenza, grande tecnica e intelligenza. Sa sfruttare ogni pallone, che gli arrivi da una o l’altra fascia, riesce sempre a metterlo dentro. E’ lui, più di ogni altro, ad aver cambiato il volto del Milan.
P+P, + la terza P: Pazienza. La pazienza di Gattuso, che ha saputo accettare anche i momenti di buio totale, in cui non girava nulla e la fine della sua era sembrava vicina. La pazienza del gruppo, che non si è mai disunito, nemmeno quando le critiche piovevano con forza. La pazienza dei tifosi, che sono stati vicini alla squadra anche quando la ruota si era bloccata.