Un allenatore vive la sua esperienza in panchina costantemente in bilico. Parlano spesso i risultati e le prestazioni. Conta più la qualità della quantità; se non raccogli punti la panchina comincia a traballare, il vocabolo “esonero” diventa un compagno fedele. L’ambiente chiude la porta alla serenità e all’armonia e la “crisi” si fa largo. Lo sa bene Gattuso, alla guida di un Milan disastroso nell’ultimo mese dell’anno. Un dicembre poco natalizio, ricco di pareggi. Di quelli brutti, che conducono direttamente alla crisi e alla mancanza di certezze e che frenano la corsa ad un obiettivo che assomiglia maggiormente ad un obbligo. La sconfitta contro la Fiorentina e l’eliminazione dall’Europa League hannp rappresentato il culmine di un mese finale dell’anno da archiviare, terminato con la vittoria contro la Spal che ha riportato il sole a Milanello. Ma le colpe di Gattuso quali sono? Proviamo ad analizzare i pro e i contro di una possibile conferma del tecnico rossonero.
PRO – In soli cinque mesi di campionato, il mister ha cancellato il nome di Conte, ha guidato una squadra decimata dagli infortuni, ha salutato la pedina più esperta, la fonte di qualità e la guida per i più giovani. Ecco, i tanti giovani. Gattuso è alla guida di una squadra in crescita, composta da pochi veterani, tante scommesse e pochissime promesse certe. Pazienza e fiducia, binomio per pochi. Nei suoi primi quattordici mesi sulla panchina del Milan, il tecnico ha protetto tutti, indistintamente. Uno scudo per ogni rossonero. Anche per chi non merita o addirittura non lo necessita. “Ama ogni suo giocatore“, ha ammesso Bakayoko, scommessa vinta – o meglio stravinta – dal tecnico, paziente e fiducioso nelle capacità del francese. Gattuso è il Milan, ce l’ha dentro. Un DNA rossonero con quella vena milanista che colora Milanello. La linea sembra ormai chiara: il Milan ai milanisti, o meglio a chi ha scritto la storia del club. Rino, sei nel posto giusto.
CONTRO – Gattuso non è un tecnico esperto. Non ha le abilità e la furbizia da grande allenatore. Conte in, Gattuso out? Si perderebbe un rossonero, un rossonero vero, ma arriverebbe un mister dal nome imponente, che ha calpestato rettangoli verdi europei, preparato finali di Champions e gare per lo scudetto. Insomma, l’esperienza. Il Milan non la pretende da Gattuso, ma forse la necessita. Per il vero salto di qualità, il Milan dovrebbe sollevare Gattuso dall’incarico per lasciar spazio a chi è già cresciuto, pronto a condurre giovani e meno giovani verso la Champions e il tanto evocato ritorno al passato, quello vittorioso. Al contrario, Gattuso accompagnerebbe questi ragazzi nel percorso della crescita, entrando nel mondo dei grandi con loro, con pochi trucchi o segreti da rivelare. Con Rino il percorso è leggermente più lungo. In questo caso, non conta solo l’arrivo ma anche la strada e le scorciatoie vincenti che l’attuale tecnico rossonero non conosce. Non ancora.
This post was last modified on 7 Febbraio 2019 - 22:42