Da quando il Milan è uscito dalle mani di Silvio Berlusconi, è sempre stato difficile capire chi effettivamente avesse il controllo e soprattutto la gestione dei fondi del club rossonero. L’inserto economico del Corriere della Sera, L’Economia del Corriere, ha provato a capirci qualcosa in più portando alla luce alcuni particolari finora inediti nella catena di controllo della società rossonera. Come è noto il 99,93% del Milan fa capo alla società lussemburghese Rossoneri Sport Investment Luxembourg, il cui capitale è interamente detenuto da un’altra società lussemburghese, la Project RedBlack, il cui capitale è a sua volta detenuto da Blue Skye Financial Partners e da alcune società indirettamente detenute da Elliott Associates L.P e da Elliott International Limited.
Con l’escussione del pegno, oltre ad Elliott sono entrati nel capitale del Milan anche i due manager napoletani fondatori di Blue Skye, Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo, i quali avevano avuto un ruolo centrale nell’organizzare la struttura del finanziamento di Elliott a Yonghong Li. Ora sono entrambi nel consiglio di amministrazione del Milan assieme agli uomini espressione della nuova proprietà
Ma qual è oggi la loro quota diretta in Project RedBlack e quindi indiretta nel Milan? “Sotto il 5%“, dicono da Elliott, in quanto il restante 95% di Rossoneri Sport Investment Luxembourg è intestato a due società con sede nello stato americano del Delaware: King George Investments LLC, cui sono intestate 4079 azioni di classe A di Rossoneri Sport Investment, e Genio Investments LLC, che detiene altre 1920 azioni di classe A.
Interpellato dal Corriere, Elliott ha spiegato che: “Le due società non hanno partecipazioni paritetiche perché i due fondi hanno investitori diversi e masse in gestione diverse: hanno investito nel Milan più o meno in funzione del capitale degli investitori detenuto da ciascun fondo“. Andando alla fonte della proprietà, si arriva ai due fondi speculativi: uno alle Cayman e uno nel Delaware. Il primo, Elliott International L.P., ha asset per un valore lordo di 51,9 miliardi di dollari, secondo un documento consegnato alla Sec nel luglio 2018, quello del Delaware, Elliott Associates, ha asset per 22 miliardi. Pertanto, i due terzi della proprietà del Milan fa capo all’hedge fund delle Cayman che ha circa 700 investitori prevalentemente istituzionali, il cui 7% dei sottoscrittori di questo fondo, dedicato più che altro a clienti extra Usa, sarebbero riconducibili a Elliott Management Corporation, cioè a Paul Singer.
L’altro terzo del Milan, anche qui «affogato» in miliardi di dollari di altre partecipazioni, è in Delaware dove il fondo Elliott Associates conta 710 grandi investitori. E anche qui l’arcipelago direttamente riconducibile a Singer avrebbe una fetta consistente delle quote (circa 13%). Per tirare le somme, Paul Singer e la sua famiglia avrebbero investito nel Milan circa il 9% di quanto speso complessivamente dal fondo Usa per il club rossonero.