13 Gennaio 2008.
Stadio San Siro, Milano.
Milan – Napoli.
Sembra il preludio di una normalissima serata calcistica meneghina e invece si tratta della storia di un predestinato.
Si perché ‘predestinato’ è sicuramente la parola più adatta per uno come Alexandre Pato.
Un ragazzo che a 16 anni segna al debutto con la maglia dell’Internacional di Porto Alegre e poi anche con quelle del Brasile Under 18 e Under 20.
Un ragazzo che segna da esordiente al Mondiale per club e diventa il più giovane marcatore della storia della competizione, battendo il record di un certo Pelè e diventando campione del mondo contro il Barça di Ronaldinho.
“Pato era già un potenziale campione a 16 anni, al tempo delle giovanili. Si vedeva che era “diverso”. Lui doveva imparare ancora quasi tutto. Ma aveva colpi. Ha forza fisica, di testa è bravo, ha personalità”.
[Paulo Roberto Falcão]
Sì, la parola più adatta è davvero “predestinato”.
Quella sera Alexandre non sfuggirà al suo destino, in mezzo alle tante stelle rossonere brillerà anche la sua e arriverà anche il gol al debutto in Serie A.
Del resto, non c’è da stupirsi se stiamo parlando di uno che a 20 anni segna una doppietta al Bernabéu contro i Galacticos e a cui servono meno di 30 secondi per infilzare la rete del Barça dei record.
E poi? Cosa è successo?
A noi comuni mortali probabilmente non è dato saperlo. Dicono sia stata colpa di Milan Lab, dicono che fosse troppo fragile, dicono un sacco di cose che però non servono a spiegare a tutti noi come sia possibile che uno con questo talento non abbia vinto nemmeno un pallone d’oro a quasi 30 anni.
Perché quella sera a San Siro era nato qualcosa di veramente speciale.
Quella sera a San Siro era arrivato un fenomeno, un fenomeno che mai fu.
13 Gennaio 2018.
Stadio Luigi Ferraris, Genova.
Da pochi giorni al Milan è arrivato un giovane brasiliano dal Flamengo, tra i più promettenti di tutto il Brasileirao e già pronto a debuttare: Lucas Paquetá.
L’ex rubronegro viene continuamente paragonato a Kakà ma in realtà le sue caratteristiche sono completamente differenti e ieri sera ci ha dato un assaggio di ciò che è realmente.
Palleggio, dribbling, fisicità e intelligenza tattica. Una prestazione da 6 in pagella, non male considerando che il ragazzo è appena arrivato dal Brasile e si allena coi compagni da pochi giorni.
Luci al Ferraris, prossima destinazione Arabia Saudita.
Parabéns, Lucas!
Fabio Perfetti
Dribbling, il futbol sudamericano