Francesco Acerbi, durante l’intervista rilasciata al Corriere della Sera, è tornato a parlare dei sei mesi trascorsi al Milan e del tumore di cui fu vittima nel 2013: “Al Milan mi sentivo invincibile, libero di fare casini e di andare in giro per locali a bere tanto alcol. Anche se poi sul campo andavo lo stesso forte, il fisico mi ha aiutato e la fortuna è stata dalla mia parte. Avevo da poco finito la mia esperienza al Milan, nel 2013. Durante una normale visita di controllo, i medici hanno trovato un nodulo a un testicolo, sono stato operato immediatamente. Che non fossi un invincibile, l’avevo capito già al Milan, se non fai una vita da atleta, a quei livelli, si paga il conto“.
E ancora: “Può sembrare strano, ma è stato dopo la malattia che ho capito che avrei voluto davvero fare il calciatore. I dottori mi avevano detto che dopo l’operazione tutto si sarebbe risolto, ma non fu così. Feci quindi la chemio. Ero preoccupato per i miei familiari, non per me stesso. Avevo iniziato a fare una vita normale ed ero sicuro di guarire. Ora prego due volte al giorno, ma non è che sia diventato santo. Combino ancora qualche casino, ma, rispetto a prima, so chi sono. Distinguo il bene dal male, so di chi posso fidarmi e ho allontanato le persone che considero negative”.