L’ex direttore sportivo del Milan, Massimiliano Mirabelli è intervenuto in esclusiva ai microfoni di QSVS. Ecco le sue dichiarazioni.
Su Fassone e la sua esperienza al Milan: “Fassone è ancora mio amico. In qualsiasi società, è poco fare una sola sessione di calciomercato. Ci si deve ricordare da dove partiva il Milan. La squadra aveva la necessità di avere uno zoccolo duro, sapendo di incontrare prima o poi i paletti Uefa. L’idea era quella di formare una squadra giovane. Nella storia del Milan l’unica volta in cui ci sono stati incentivi all’esodo ma è stato fatto tutto in entrata è stato fatto da noi”.
Sul mercato: “Tutti i giocatori che abbiamo portato al Milan potranno portare una plusvalenza alle casse dell’attuale società. Oggi André Silva, super criticato, sta dimostrando molto. Nei prossimi anni sarà uno degli attaccanti più forti del mondo. Abbiamo scelto giocatori importanti da aspettare. Serviva pazienza. Abbiamo fatto investimenti importanti, non dimentichiamoci dei rinnovi che abbiamo portato a termine. Cutrone, ad esempio, l’abbiamo trovato in scadenza”..
Su Cutrone: “Lo volevano tutti, ma non è mai stato sul mercato. Con Montella non giocava neanche in allenamento. Oggi è il patrimonio del Milan, noi l’abbiamo confermato. Abbiamo creduto in lui anche quando non era nessuno“.
Su Montella: “Eravamo tutti convinti di rinnovare il contratto al mister. Sia da parte mia che da Fassone“.
Su Cristiano Ronaldo: “Abbiamo affrontato la questione. Non abbiamo poi avuto le effettive possibilità. Con la proprietà di oggi, Ronaldo giocherebbe al Milan. Avevamo definito tutto, anche l’ingaggio e tutte le cifre. In modo delicato, ho detto che abbiamo lasciare stare. La mia garanzia personale era che nel momento in cui Berlusconi dà il Milan a Yonghong l’ex presidente era estremamente tranquillo. Stiamo parlando di uno degli uomini più importanti del mondo. Fassone è stato molto responsabile e ha bloccato la trattativa”.
Sul Milan: “La società rossonera, al di là della Champions League è un club che affascina diversi giocatori. Sono convinto che Ronaldo avrebbe raggiunto Milano per giocare per la società rossonera“.
Sul suo mercato: “La prima scelta di Montella per l’attacco era Nikola Kalinic. Per questo, ho dovuto ascoltare il mio allenatore. Avevo delle pressioni mentre trattavo Aubameyang. Avevamo parlato anche con Higuain, Immobile e Morata. Abbiamo aperto diverse porte. Quest’anno serviva una punta, si sono concentrati solo su quello. Era la priorità”.
Sulla precedente proprietà del Milan: “Paolo Maldini non ha accettato di entrare in società per il ruolo che avrebbe ricoperto. I bonifici sono sempre arrivati. Questi argomenti vanno affrontati con altri, io sono troppo piccolo. Anche io ho avuto dei dubbi. Non mi sono dato alcuna spiegazione. Per il mercato, non è mai mancato mai nulla. C’è stato anche un problema di comunicazione con loro. Immaginate trattare giocatori in questa situazione”.
Su Raiola: “Lui ha detto che non si fidava della proprietà. Ricordo che comunque stiamo trattando del Milan, che comunque non smetterà mai di andare avanti. Io rispondevo sempre così agli interrogatori dei vari procuratori“.
Su Donnarumma: “Donnarumma rappresenta un assetto importante per la società attuale. Se si vuole vendere, si può fare e a livello patrimoniale il Milan ci guadagna. Non abbiamo creato nessun tipo di problematiche attorno alla sua figura. Senza il rinnovo di Donnarumma, avremmo certamente sbagliato, aumentando le critiche. Stiamo parlando di uno dei portieri più forti al mondo, il futuro della Nazionale. Sarebbe stato un danno serio senza rinnovo. Non esistono rinnovi senza un centesimo di commissione. Abbiamo ricevuto diverse offerte per lui”.
Sulle scelte della proprietà: “Succede per ogni nuovo ciclo di rinnovare anche lo staff. Così abbiamo fatto anche noi. Lo considero un fattore necessario e normale“.
Sull’acquisto che non rifarebbe: “Borini è uno di quelli più criticati, ci è costato poco. Lui è uno di quelli che andrebbe elogiato da tutto il popolo milanista. Ha fatto il terzino destro e sinistro, l’esterno di centrocampo, la punta, l’attaccante. Gli manca solo di fare il portiere. In un gruppo come il Milan, è un soggetto necessario”.
Su Bonucci: “È stata una delle opportunità da prendere al volo. Ad oggi, il tifoso del Milan è arrabbiato, lo capisco. Ma nonostante ciò, Bonucci è un grande uomo, un esempio, ha sempre combattuto per il Milan. L’errore, forse, è stato dargli la fascia da capitano: non approfondiamo, ma è stata una situazione complicata. Oggi, paga anche la scelta della fascia. Nella vita, possono accadere queste scelte. Aveva una situazione familiare, quindi ha scelto di conseguenza. C’erano di mezzo anche aspetti non calcistici“.
Su Montolivo: “Del momento attuale, non sono a conoscenza di nulla. È sempre stato un professionista, non ha mai creato problemi nello spogliatoio. Quando abbiamo organizzato la tournée in USA, abbiamo comunicato a Montolivo che non sarebbe partito. Rino, nel fare la valutazione di chi portare, ha scelto di lasciare a Milanello i calciatori più indietro a livello fisico. Credo che sia stata una scelta tecnica. Conoscendo Rino, ha un grande rispetto per tutti. Tra i due, c’era e c’è un ottimo rapporto”.
Su Gattuso: “Io e Rino non ci conoscevamo di persona. Mi ha incuriosito il fatto che un grande campione come lui, non abbia mai cercato la panchina di grandi squadre. Ha cominciato una carriera da mister in maniera umile. Mi incuriosiva il fatto che fosse un soggetto molto grintoso. Per me è un innovatore. Ho deciso di portarlo in Primavera senza pensare alla prima squadra. Volevo osservarlo da vicino e per questo facevo allenare la Primavera a Milanello. È sempre stato un piacere vederlo dirigere gli allenamenti. Ho fatto una riunione con la società e ho proposto subito Gattuso”.
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This post was last modified on 5 Dicembre 2018 - 10:49