365 giorni fa il Milan subiva il gol di Brignoli. Oggi sembra un lontanissimo ricordo e si può affermare che il peggio è ormai alle spalle. Da quel giorno, Gattuso – utilizzando un suo ritornello – di pastasciutta (lunch match anche ieri) ne ha mangiata e la vittoria sul Parma, una delle più convincenti ma allo stesso tempo sofferte dalla sua gestione, pone un tassello importante nel suo processo di maturazione da allenatore. Il Milan peccava non tanto sul piano del gioco, ma era una squadra mentalmente fragile. Il tecnico calabrese ha preparato alla perfezione le ultime due partite dal punto di vista tattico, mettendosi a specchio rispetto agli avversari, variando poco gli uomini. Questo è il Milan come se lo immaginava Ringhio, con giocatori che danno tutto per il loro comandante, che garantiscono massima disponibilità, non mollano mai e non si demoralizzano nelle difficoltà.
ESAMI SUPERATI – Le partite, sulla carta molto impegnative, contro Lazio e Parma, arrivate in momento critico, hanno segnato un’inversione di tendenza e il Milan si ritrova con quattro punti, rimpiangendone due in più, comunque in eccedenza rispetto a quanto poteva aspettarsi. La Lazio l’anno scorso aveva bastonato il Milan. Lo stesso Inzaghi ha ammesso che avrebbe preferito affrontare il Milan al completo, consapevole di disporre di un vantaggio non indifferente. Il Parma, invece, ha costruito la sua sorprendente classifica proprio grazie a tre inaspettate vittorie esterne contro Inter, Genoa e Torino, sfruttando la grande capacità dei suoi interpreti di rovesciare l’azione in contropiede. Per tale motivo la partita contro i ducali poteva nascondere delle insidie, alla luce soprattutto delle defezioni in difesa dei rossoneri. Considerato che il trascinatore Suso non ha reso al meglio, ciò può far sorridere ancora di più il mister. Gattuso era consapevole di lasciare qualche punto per strada e non l’ha mai nascosto, chiedendo alla squadra di stringere i denti fino a gennaio, quando si svuoterà l’infermeria e arriverà qualcuno dal mercato. Evidentemente la squadra è stata stimolata da queste frasi del mister e, priva dei suoi uomini chiave, è riuscita a dare il meglio. Gli uomini d’esperienza come Abate (monumentale anche a Sassuolo in un crocevia fondamentale per Gattuso) hanno dato l’esempio. San Siro recepisce e apprezza: i fischi si sono tramutati in applausi verso Abate e Bakayoko. Il senatore e il nuovo sono i simboli, oltre al solito Cutrone, del Milan operaio e incerottato. Etichettati come inadeguati, ora imprescindibili.
CALENDARIO IN DISCESA – A Gattuso non sono mai state risparmiate critiche (beccato spesso anche dal Ministro dell’Interno), è stato messo in discussione, il gol di Quagliarella in Milan-Samp poteva far calare il sipario sulla sua avventura in rossonero. Da lì è arrivata la scossa. Ma la classifica è dalla sua parte: da quando è al timone del Milan ha fatto meno punti solo rispetto a Juventus e Napoli, e quest’anno si ritrova a -4 dall’Inter, con una rosa sicuramente meno attrezzata, un fato più avverso e con un calendario più in discesa da oggi fino a capodanno. Sì, perché proprio il calendario può essere l’arma del Milan fino al giro di boa. Torino, Fiorentina, Spal in casa, Bologna e Frosinone in trasferta. Con un Pipita in più. La Lazio, ad oggi avversario diretto al quarto posto, affronterà Samp, Cagliari, Torino in casa Atalanta e Bologna in trasferta. Se i meneghini non si concederanno pause ingiustificate potrebbero arrivare all’agognato mercato di gennaio con un buon bottino di punti da difendere.
This post was last modified on 3 Dicembre 2018 - 17:47