Il Milan vive di Suso. I rossoneri splendono di luce spagnola

È un Milan Suso-dipendente. Possiamo ammetterlo ora, ma forse non è mai stata un’affermazione discutibile. Il Milan è fuori dall’Europa League. L’eliminazione, rimediata contro l’Olympiacos, è avvenuta sotto gli occhi del numero 8. Dalla tribuna dello stadio greco, lo spagnolo Suso ha ammirato la disfatta del suo Milan.

CASTILLEJO TUTTA CORSA – Suso out per un lieve affaticamento fisico. Dentro Samu Castillejo. Idolo della tifoseria, molto legato sin dal principio al mondo rossonero. Non è Suso. Partiamo da questa certezza. La scelta di schierare Samu ha certamente penalizzato il Milan. Il numero 7 dei rossoneri rappresenta tanta quantità. Forse anche troppa. E mal gestita oltretutto. Consapevole dei limiti tecnici, serve sopperire con tanta corsa, spesso anche sterile. Le pile si sono presto scaricate, lasciando il Milan privo di idee, ma anche di grinta e spinta offensiva. Con Borini out, le alternative risultano quasi obbligate. Vero anche questo. Allora è altrettanto corretto ammettere che il Milan non abbia a disposizione una vera alternativa a Suso. Quindi, è un Milan Suso-dipendente.

CALHA DISASTRO – Le idee e le occasioni offensive dovrebbero piovere dai due esterni. Suso e Calhanoglu. Il turco sta vivendo un momento di crisi. Fuori dal campo in primis. Sul rettangolo verde vediamo semplicemente un riflesso della mente poco libera e la freschezza di pensiero praticamente assente. Giovedì, in occasione della sua peggior prestazione in rossonero, Calhanoglu ha confermato di aver raggiunto probabilmente il limite. Quindi, ancora una volta, serve solo confermare l’importanza di Suso. L’unica fonte di spunti, cross e dribbling vincenti. Le difese avversarie lo capiscono subito, lasciando la libertà di espressione allo sbiadito turco, chiudendo ogni via che conduce a Suso. Risultato? Pochi palloni per i due centravanti e Higuain che arretra.

E IL PIPITA… – Il Pipita, in un momento discutibile in rossonero, nervoso e non protagonista, prova a costruirsi da solo le giocate e le occasioni da rete. Risultato? Poco e niente. Se non lasciare scoperta ulteriormente l’area di rigore. Higuain, sulla base della sua esperienza, apprende immediatamente quando gli esterni potranno agire ben poco sulle fasce e per questo cerca di arretrare. Questa fase, per il numero 9, non fa altro che contribuire al suo nervosismo, dettato dallo scarico pressoché inesistente del suo lavoro arretrato. Come conseguenza numerosi tiri da troppo lontano, infinite occasioni non sfruttate e altrettante motivazioni per accendere il fuoco dentro al Pipita.

SUSO, DULCIS INFUNDO – Che dire se non che rappresenta l’anima del Milan. Dalla Grecia arriva un segnale importante: nessuno è Suso tra i rossoneri, non esiste una sua alternativa. È l’unica luce, il resto splende di riflesso e di conseguenza. Dicevamo marcato, eccessivamente chiuso. Ma questo non spegne il suo tocco a rientrare, visto e rivisto. Ma mai banale e sopratutto quasi mai intercettabile. Lo spagnolo risulta decisivo anche per Davide Calabria, timido ed impacciato nella gara di giovedì. L’asse con il giovane terzino funziona molto bene. Segno di leardship oltre che funzionalità per i compagni. Sarebbe da ipocriti non ammettere cali anche dello stesso Suso nell’arco dell’attuale stagione. Tuttavia, quando sono accaduti, il Milan non ha girato a dovere, risultando spento e poco concreto. Come il suo numero 8, specchio della squadra.

C’è solo un Suso.

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